
Sull’albero della vita, per prima l’India ha fatto avanzare spiritualmente l’uomo, ma è finita in un vero e proprio vicolo cieco dello spirito. Analogamente oggi, l’Occidente industriale piomba, senza possibilità di ritorno, nel vicolo cieco della tecnica. E purtroppo anche l’altro Occidente, quello del socialismo sovietico, è entrato in concorrenza con il primo, adottando lo stesso linguaggio scientista. La disumanità del capitalismo e la dittatura sovietica sono il dritto e il rovescio d’una stessa medaglia.
Nel capitalismo, Dio è diventato il denaro, il vitello d’oro. Nel socialismo il materialismo dialettico si è trasformato in una specie di religione con un dogma intangibile, mentre il partito è diventato il surrogato di Dio, in una teologia laicizzata, la peggiore delle teologie. Insomma a Siracusa per un dialogo delle civiltà è diventato una chimera.
Come una chimera avere le acque limpide del porto grande con la sua splendida spiaggia Playa, da sempre inquinato, se ne è discusso sempre, dai tempi della gestione del servizio da parte del Comune di Siracusa fino al 1990 dove le acque nere, sporche, putride, maleodoranti, limacciose inondavano il periplo di Ortigia fino ad arrivare nel litorale di Mazzarrona. Nel lontano 1980 il Comune di Siracusa costruisce la centrale di sollevamento liquami in contrada “Fusco” in contrada Pantanelli, notoriamente zona soggetta a rischi alluvioni o semplici precipitazioni. Una scelta difficile ma andava fatta.
Successivamente per una maggiore organizzazione l’amministrazione di allora nel 1991 inizia la nuova fase dell’istituenda società mista Sogeas: quote 60% al Comune e la restante parte alla società che ha la convenzione in concessione di manutenzione del servizio idrico nel capoluogo.
La Regione si adegua alla normativa e nel 2005 nascono gli Ato in Sicilia. Nella provincia si dà avvio alla fioritura della società Sogeas-Ato 8 (2009) comunemente chiamata S.A.I.8 (Sogeas-Ato-Idrico 8) con gli strascichi giudiziari ancora in corso con l’avvento del fallimento avvenuto nel 2012. Subentra la curatela fallimentare che gestisce l’emergenza fino al 2013 con gestione suppletiva fino al 2014 servizi in house e culmina con l’insediamento a sindaco di Giancarlo Garozzo quando riesce a dare una svolta all’emergenza.
Molta acqua è passata sotto i ponti e molta strada si è fatta sotto l’aspetto di ridurre l’inquinamento dei reflui nel centro storico e litorale della zona nord.
Riflettori puntati sul canale Grimaldi dove vengono sversati i reflui di un’intera città dopo essere stati “trattati” presso il depuratore di contrada Canalicchio, e della centrale di sollevamento liquami in contrada “Fusco” in contrada Pantanelli che ha il compito di raccogliere il flusso dei liquami della città bassa e negli ultimi anni di tutta la zona balneare e farli confluire per la depurazione per immetterli nelle acque del Porto Grande. Cosa potrà essere successo?
A seguito di indagini di Polizia Giudiziaria condotte dagli uomini della Guardia Costiera e del Nucleo Operativo del Corpo Forestale di Siracusa già avviate nell’estate 2016 è stato accertato che, in più circostanze, da una condotta della centrale di sollevamento sita in contrada “Fusco” venivano sversati i reflui non depurati sull’adiacente canale “Grimaldi” per poi sfociare all’interno del Porto Grande di Siracusa, area di notevole interesse paesaggistico nonché area individuata come S.I.N. (Sito di Interesse Nazionale).
La centrale di sollevamento di contrada Fusco è stata nelle more affidata in custodia giudiziale al legale rappresentante della Società che gestisce il servizio di depurazione delle acque nella città di Siracusa. Insomma morale della favola, occorrerebbe l’ampliamento dello stesso impianto e/o la costruzione di un altro tecnologicamente moderno. Come il cane che si morde la coda: Società a tempo, politica e investimenti all’anno zero e collettività sofferente con l’inquinamento che ci sovrasta.
Nel tempo trascorso non si è riusciti a portare a termine un progetto in grado di evitare l’inquinamento del Porto Grande. «Si è sempre discusso, in sede ambientalista, dell’opportunità di convogliare i reflui depurati nell’impianto Ias di Priolo, attraverso una serie di condotte. Sarebbe una soluzione ottimale, che garantirebbe la salute del mare del Porto Grande.
Lo scorso sette dicembre si è tenuto alla Camcom la presentazione del terzo Rapporto di Sostenibilità industriale, con oltre tremila occupati diretti e quattromila dell’indotto il polo petrolchimico presenta un conto positivo in termini economici e di sostenibilità. Il bilancio annuale è stato illustrato alla Camcom dalle dieci grandi aziende dell’area industriale che hanno partecipato alla terza edizione del rapporto sostenibilità. Il fatturato dell’intero Petrolchimico di Siracusa accumulato nel biennio 2021-2022 è di 22 miliardi di euro. Lo si evince dal Rapporto di sostenibilità del polo industriale, ad evidenziarlo sono le 10 grandi imprese che rappresentano il 90% dell’intera zona industriale e il 55% del PIL provinciale.
All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Siracusa il quale ha affermato: «La zona industriale è stata dichiarata lo scorso febbraio ‘Sito Interesse nazionale e strategico’ per tutta l’economia del Paese. Non dimentichiamoci che la zona industriale di Siracusa produce un PIL sostanzioso non solo per la regione Siciliana ma anche per il nostro paese. La sostenibilità è il cardine di qualunque politica di sviluppo, questo accade e deve accadere sempre di più. Come amministrazione, sostiene Italia, noi ci siamo mossi da qualche anno per tutte le cose che sono di straordinario interesse anche se non si percepisce: la prima è la riperimetrazione del Sin, il Comune di Siracusa circa 15-20 fa è stato inserito in una vastissima porzione di territorio in un’area così detta SIN di interesse nazionale che rendeva lo sviluppo in quei luoghi, all’epoca si pensava che questo avesse portato solo bonifiche ma non è mai avvenuto, quindi si è riperimetrato e si delimitato delle aree che non sono state interessate realmente da problematiche per valorizzare lo sviluppo del territorio, penalizzandole».
– In quest’ottica si inserisce anche il porto grande.
«Lei è molto preparato, e aggiungo sul porto grande che ancorchè depurati, il Porto Grande riceve tutti i reflui della città di Siracusa da sempre. La nostra ambizione è che questi reflui possano confluire non nel nostro gioiello, ricordiamo che il Porto Grande è uno dei porti naturali più grande di tutto il mediterraneo e noi lo usiamo come discarica di reflui. Adesso, grazie ad uno studio, l’opportunità di convogliare i reflui depurati nell’impianto Ias di Priolo nello stesso impianto IAS, mi sono già incontrato con il commissario giudiziario che ha accolto questa nostra proposta con enorme favore, anche perché quel tipo di depuratore funziona molto meglio se ha una grande quantità di reflui civili. Quindi credo che siano due notizie importanti sulle quali bisogna lavorare con spirito di squadra, infatti io ne ho parlato con tutti i deputati di destra, sinistra, centro, senza distinzione di partito»;
– Il prossimo passo per eliminare questi reflui?
«Il progetto esiste ed è definitivo, bisogna riadattare con una buona manutenzione delle condotte che già esistono e per farlo servirà qualche milione di euro che il governo regionale si è detto disponibile a finanziare. Io già ho parlato con gli on.li Carta, Gennuso, Spada, oggi con Auteri, Gilistro, insomma la deputazione regionale giocherà un ruolo importante. Adesso ci vogliono le risorse per rendere tutto operativo e io la lascio, immaginando insieme a lei che significa rifare tornare alla Playa i Siracusani con una mare balneabile con l’acqua cristallina, e avere una spiaggia con tutto lo sviluppo che il water front prenderà. Fiume Ciane, Saline, io non dico prendere ma prenderà perché sono sicuro che riusciremo a farlo»;
– Un auspicio finale, quando potrebbe avverarsi tutto ciò?
«Io visto che vorrei essere realistico direi che se questa cosa accadesse entro il 2025 ci metterei la firma».
Un sorriso,
Joe Bianca