Il sortilegio della speranza. Un viaggio in una possibile realizzazione di un progetto in cui la favola diventa un raccontare tra i luoghi dell’esistere e i veri luoghi che restano quelli metafisici.
La realizzazione del nuovo ospedale a Siracusa si legge come un articolato percorso di racconti, di vissuto, ma resta, in fondo, ancora un romanzo con varie tappe e diversi porti ai quali poter fare riferimento.
La notizia è forte, la presentazione di un emendamento con Art. 42-bis avanzato dalla siracusana, on. Stefania Prestigiacomo, vicepresidente della V commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione) che come una volpe ha trovato il momento propizio per allungare lo zampino e fare approvare in commissione l’emendamento al “decreto liquidità”.
Il nuovo ospedale di Siracusa sarà realizzato entro due anni attraverso l’intervento di un commissario straordinario nominato dal governo nazionale che seguirà procedure snelle e veloci come quelle adottate per la ricostruzione del ponte Genova.
A quanto pare l’emendamento scaturisce da una collaborazione tra maggioranza ed opposizione e dimostra come davanti ad un risultato da assicurare nell’interesse dei cittadini siracusani non ci siano steccati ideologici di sorta, come un tempo; come purtroppo molte volte accaduto a discapito solo e soltanto di Siracusa, affermano i cinque stelle.
Il nuovo ospedale di Siracusa come l’araba fenice risorge dalle ceneri, cioè, da alcuni anni si ritornava a parlare di un progetto che stentava a realizzarsi. Se non fosse una tragedia, nella città delle tragedie greche, poco ci mancava, sarebbe stata una farsa la vicenda del nuovo ospedale.
Una montagna di polemiche e tutte le chiacchiere che ci sono state, per anni, mesi e giorni, per poi arrivare alla conclusione della decisione meritoria del governatore Musumeci che rompe gli indugi e convoca i responsabili degli enti locali preposti per stabile in questo prima step la proposta per l’area del nuovo ospedale.
Lo scorso 4 ottobre 2019, il decreto della giunta regionale sull’approvazione del finanziamento del nuovo ospedale di Siracusa, classificato Dea di II livello veniva salutato con particolare condivisione dal popolo siracusano, rallegrato, il provvedimento con il quale la Regione aveva deciso di aumentare fino a 420 i posti del nuovo nosocomio, per il quale, alla luce di questa novità, lo stanziamento lievitava fino a 200 milioni di euro. Si tratterà, infatti, di una struttura sovracomunale e che servirà anche il Ragusano, per cui diventa imprescindibile il tema della facilità di accesso, della viabilità di servizio e delle connessioni con i principali assi di collegamento extraurbano.
I Fatti
Correva l’anno 2014 dall’annuncio del documento scritto: l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino inviava una lettera al ministero della Salute, Direzione generale della programmazione sanitaria, per inserire la costruzione del nuovo ospedale nel programma del «Dupiss», il documento unitario di programmazione degli interventi sanitari in Sicilia, tra quelli prioritari.
Nella nota di Borsellino proponeva al ministero «la sottoscrizione di un accordo stralcio che rispetto ai complessivi settantanove interventi previsti nell’originaria proposta di Accordo di programma ne prevedeva 74 di cui 70 ricompresi nella prima fase esecutiva, più tre ricompresi nella seconda fase esecutiva ed uno nella terza fase esecutiva».
In pratica proprio quello alla terza fase è la realizzazione del nuovo ospedale cittadino. L’assessore, inoltre, sottolineava nella lettera al ministero, che questo intervento così come gli altri elencati erano «indifferibili» visto lo stato di «inadeguatezza in cui versano le attuali strutture sanitarie che andrebbero a sostituire». Il nuovo ospedale diventava così, come rilanciava il sindaco Giancarlo Garozzo, di «priorità uno». Impegno legato alla riprogrammazione dei fondi infrastrutture ex art. 20, il programma straordinario degli investimenti pubblici destinati alla sanità, la Sicilia ha una dotazione di 600 milioni di euro circa, a Siracusa ne erano destinati 120 più le eventuali somme legate all’aggiornamento dei costi progettuali e i 20 della Regione. Infine la conferma dell’impegno assunto nell’ottobre dello scorso anno dall’ex ministro della salute Lorenzin relativamente all’accantonamento dei fondi, lo aveva dichiarato nel corso di una convention elettorale a Siracusa.
Per la cronaca c’è da ricordare la venuta della commissione Sanità dell’Ars a maggio del 2014, guidata da Pippo Digiacomo (Pd), che si era riunita proprio nel consiglio comunale per chiarire definitivamente la posizione e individuare un percorso, risultò vanificata con gli interventi bla bla bla dei consiglieri e politici…
Lo scorso anno infine il consiglio comunale è riuscito a individuare l’area ‘disomogenea’ della Pizzuta per evitare di speculare su terreni e spendere un mucchio di milioni per l’esproprio.
La decisione tornava nuovamente al consiglio comunale che doveva fare in fretta per non sciupare la grande opportunità di stabilire dove realizzare il nuovo ospedale altrimenti, doveva essere il governo regionale, che doveva risolvere il nodo del direttore generale a cui affidare il compito di decidere sull’area.
Ma ci chiediamo come hanno fatto a costruire a Catania due ospedali, il Garibaldi in periferia e l’ultimo nato il San Marco di Librino, su quali aree sorgono? A quanto pare non certo del Comune.
Il sindaco Francesco Italia con il governatore Musumeci ha affrontato anche il punto legato proprio alla scelta dell’area lasciando intendere di una svolta.
«La situazione venutasi a creare a Siracusa con l’epidemia Covid ha messo ulteriormente e drammaticamente in luce le note e antiche carenze dell’Umberto I; – spiega Stefania Prestigiacomo – da qui la proposta di agire per Siracusa con lo stesso metodo adottato per il ponte Morandi. Il commissario, il cui incarico sarà a titolo gratuito, sarà nominato dal Presidente del Consiglio d’intesa con il Presidente della Regione e resterà in carica un anno prorogabile solo per un altro anno. Il commissario dovrà condurre in porto la progettazione e realizzazione del nuovo complesso ospedaliero da completarsi al massimo entro due anni.
La storia
E dire che potremmo avere già da tempo il nuovo ospedale se qualcuno di quelli che possono non si fosse messo di traverso per ostacolare l’iniziativa di qualcun altro. Sarà bene ricordare infatti che tra il 2005 e il 2009, durante i lavori di costruzione dell’autostrada Siracusa-Catania, l’impresa Pizzarotti di Parma, che quei lavori stava eseguendo, lanciò una iniziativa di project financing (progetto di finanza): lo costruisco io il nuovo ospedale, disse la Pizzarotti, con risorse mie; per compenso voglio la gestione del nuovo ospedale per trent’anni e la proprietà degli attuali ospedali “Umberto I” e “Rizza” e dell’ex ospedale civile di Ortigia (nel complesso delle Cinque piaghe) per farne edilizia residenziale. E fu subito no. Si opposero drasticamente, irriducibilmente, i deputati Pippo Gianni ed Enzo Vinciullo (il quale ha fatto nel passato anche lo sciopero della fame). Per il semplice fatto che l’iniziativa Pizzarotti era sostenuta dalla loro collega Stefania Prestigiacomo.
Naturalmente i due oppositori sciorinarono le più nobili motivazioni: giù le mani dalla sanità; questa operazione sarebbe una privatizzazione del nostro ospedale; i fondi devono essere pubblici perché pubblico deve rimanere l’ospedale; e bla bla bla.
Tuttavia, se è vero, com’è vero, quel che si andava ripetendo sulla questione del nuovo ospedale di Siracusa, non era col governo nazionale e regionale che i siracusani dovevano prendersela bensì con i loro non amati amministratori locali. E con tutta la classe dirigente di questa provincia litigiosa.
Un sorriso,
Joe Bianca