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Il sindaco calimero non ha compreso il valore del G7

Si è spento il sole, chi l’ha spento sei tu…» è l’inizio del quarto brano musicale del successo di Celentano. E’ sì, tutto si racchiude in questa frase iniziale la morte dello stato sociale e civile di Siracusa. «Si è spenta la città, chi l’ha spenta sei tu… sindaco Italia».

Il primo cittadino colpito dalla politica liquida (oseremmo dire sporca), la politica siracusana è stata contagiata dal Virus dell’inefficienza, come inefficienti sono molti siracusani gregari di quest’uomo che si sono fidati (l’esempio dei mezzi ape calessini è lapalissiano).

L’angoscia morale di una società siracusana incontrollabile, come quella di certa politica siracusana, dovuta alla perturbazione dei rapporti fragili fra l’Io sociale e l’Io individuale. I cittadini si sentono storditi e veramente presi dall’angoscia, da quell’angoscia esagerata, quasi insensata, che si impadronisce di loro quando avvertono il senso di una recisione, e si scava dentro di noi a poco a poco il vuoto di un’assenza, di una stabilità che manca. La stabilità di una società che si è frantumata nello scirocco siracusano in preda allo scoramento.

Il sindaco Italia ha incarnato e ingannato la cosiddetta società liquida di Bauman, che con la caduta dei partiti tradizionali, avrebbe inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida, solida, con l’ipocrisia, il falso sorriso, disattendendo tutti; l’uomo che ha ingannato con la sua prestanza fisica, la bellezza di David di Donatello? E’ riuscito ad ingannare i siracusani, ignari di quello poteva accadere in futuro con questo individuo, che ha meglio interpretato il caos che ci circonda e il disorientamento che viviamo, di cui Siracusa rappresenta un esempio lapalissiano.

Ci si chiede a cosa serve questo presunto amministratore? Forse alla nobile parola ‘condominium’. Chi sono costoro che siedono sugli scranni di Palazzo Vermexio? Questi uomini, esseri vuoti, vestiti in giacca e cravatta, trasformisti, i quali osservano a mala pena orari di ufficio e sbrigare relative pratiche per curare l’orticello elettorale? Mah!

Questi ‘indiani’ dal viso pallido che sono nati in questo mondo senza rossore della vergogna, che non hanno sangue nelle vene. La città come una barca in un mare in tempesta nel periplo della costa siracusana.

LE VERGOGNE degli asili nido; delle periferie all’abbandono; della gestione dell’igiene urbana che fa acqua da tutte le parti; dei trasporti scadenti e senza parcheggi; della Protezione civile senza l’area attendamenti che aspetta che arrivi il terremoto per decimare i siracusani; delle attività sociali che lasciano morire le classi meno abbienti; delle strade lunari; delle frazioni dimenticate di Belvedere e Cassibile (che fanno bene a parlare di autonomia). La vergogna sul Nuovo Ospedale di Siracusa di un sindaco inesistente, roba da Chi l’ha visto? La vergogna di un Porto senza sviluppo e della Rada di Santa Panagia che vogliono consegnare alle vacche grasse dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale la cui sede è Augusta ma la mente pensante a Catania. La vergogna del libro bianco sul turismo che aspetta solo il periodo delle Rappresentazioni classiche, l’Industria e l’Agro-alimentare, l’Area Artigianale inesistente; il collegamento stradale diretto con l’aeroporto Fontanarossa mai esistito; inesistenti: Piano Commerciale, il Piano Urbano della Mobilità; Piano particolareggiato di Ortigia e Piano regolatore scaduti, inesistente il Piano storico della Borgata, i Servizi alla collettività, nel dimenticatoio i progetti di sviluppo ZES-SIN.

Insomma un labirinto da suicidio. Non basterebbe un grande miracolo per restituire dignità ad una nobile città decaduta. Di chi la responsabilità se non dei siracusani ingannati.

PER ULTIMA, questo ‘signore delle tenebre’ non è riuscito, grazie all’opportunità da cogliere al volo, l’iniziativa del governo di realizzare a Siracusa il ‘G7 Agricoltura Expo Divinazione’. Per poter rinsarvire i legami con le multinazionali dell’agroalimentare per poter ‘seminare’ i contatti e realizzare un prossimo progetto (detto a parole alla vigilia) di un Expo biennale e/o annuale. Come la canzone di Mina: Parole Parole… di un sindaco inutile e ‘imbroglione’.

Siracusa ha ospitato il «G7 Agricoltura e Pesca», un summit che ha riunito nel cuore di Siracusa i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito, assieme a quelli di nove Paesi africani, in linea con il Piano Mattei del governo nazionale.

Per Siracusa è stato un bel colpo di vetrina internazionale, non c’è dubbio, grazie al mirabile parlamentare Luca Cannata, vicepresidente della V commissione Bilancio, Tesoro e programmazione alla Camera e al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: Siracusa internazionale si è trattato di un evento che non può essere sottovalutato per rilanciare con il prossimo sindaco la città in una nuova orbita di sviluppo.

Ma il ‘signore delle tenebre’, allegrotto, non ha saputo cogliere una grandissima opportunità mondiale. Povero fatalista. Ma povera Siracusa come l’ha ridotta con la complicità di chi l’ha votato.

L’economia è politica è un testo a tesi, scritta da quella che Gramsci avrebbe chiamata, con benevolenza, una “intellettuale organica”, appartenente a quella famiglia di intellettuali cui spetterebbe il compito della riforma morale e intellettuale della società. Le tesi del libro è implicita nelle sue ipotesi: «La parola d’ordine è una sola, ripoliticizzare l’economia, o meglio ri-democratizzarla, per fare in modo che i cittadini si riapproprino delle scelte più importanti che regolano le basi stesse della loro vita». Per l’attuale sindaco è acqua fresca. Lui è un fatalista senza idee e progettazione.

PER IL VICE SINDACO di Italia, il piccolo corazziere, Edgardo Bandiera, come Renato Rascel, si potrebbe mettere molto male politicamente. Se dovesse infatti concretizzarsi presto il passaggio del sindaco Francesco Italia nell’area di Forza Italia, la maggioranza al Vermexio ci sarebbe, e molto ampia, anche senza il gruppo di Bandiera, che è stato candidato due volte di Forza Italia alle regionali, senza essere eletto ma che è stato abbondantemente premiato con l’assessorato all’agricoltura per svariati anni.

Una cosa è certa: Francesco Italia deve pensare per tempo al suo futuro politico, non potendo più ricandidare a sindaco e non potendo neppure contare sul suo sponsor Carlo Calenda, visto che il partito di quest’ultimo, Azione, è in grave crisi. Diventa quindi naturale un ritorno alle origini: non dimentichiamo che Italia è stato candidato (non eletto) alle elezioni comunali di Milano proprio con la lista di quella Letizia Moratti che, dopo una trionfale elezione al parlamento europeo, è una dei big di Forza Italia. Siamo convinti che questo passaggio avverrà prima o poi, è solo questione di tempo e di opportunità politiche. Si avvicinano le elezioni provinciali del 15 dicembre e il voto del sindaco e dei consiglieri comunali di Siracusa (non voteranno i cittadini) conterà moltissimo. Cosa accadrà in questo caso a Edgardo Bandiera, che aspetta da mesi la nomina ad assessore del suo fido Alessandro Spadaro?

Avendo fallito i ripetuti tentativi di andare a conquistare una poltrona al parlamento Regionale e a quello nazionale ed avendo scarsissime possibilità di poterlo fare con successo in futuro, dovendo cedere il passo a chi governa attualmente al Vermexio e cioè al sindaco Francesco Italia e al suo capo di gabinetto Michelangelo Giansiracusa, il piccolo corazziere, Edy Bandiera aveva addirittura tentato nel giugno scorso il gran salto al parlamento europeo.  Per riuscirci si era aggrappato al carro di Cateno Luca e alla sua lista che comprendeva un’infinità di simboli ma, come si è visto, il tentativo si è trasformato nella sconfitta più cocente e miserevole.

Nel 2013 aveva fatto coppia con Franco Zappalà pur di poter approdare al Vermexio, contando anche sul sostegno del padre, già sindaco e presidente dell’Unità Sanitaria Locale di Siracusa.

Nel 2016 il primo tentativo di salto di qualità: candidato nella lista della Lega Nord in quota Mpa per la camera dei deputati, ma con risultato ampiamente negativo.

Ritorna allora al Vermexio nel 2008 e riesce a conquistare il prestigioso e ambito scranno di presidente del consiglio comunale.  Trampolino di lancio ideale per candidarsi a sindaco cinque anni dopo, con il Pdl Popolo della Libertà di Berlusconi. Un altro flop però: non arriva neppure al ballottaggio, nonostante i fortissimi sostegni ancora una volta ricevuti sia a livello regionale che nazionale.

Il suo sogno resta tuttavia quello di farsi chiamare onorevole e nel 2017 si candida all’assemblea regionale siciliana nella lista di Forza Italia, con il sostegno dei maggiorenti del partito, a cominciare dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo. Sostegni che non gli bastano, perché viene battuto in maniera clamorosa dall’avolese Rossana Cannata, una neofita della politica.

Per consolarlo, Forza Italia decide di affidargli la guida dell’Assessorato più importante: quello all’agricoltura e alla pesca. Dopo pochi mesi, Bandiera decide che è tempo di rompere i rapporti proprio con la Prestigiacomo che lo aveva voluto nella giunta regionale di Nello Musumeci.

Arrivano le regionali del 2022 e Bandiera si sente stavolta sicurissimo di stravincere, forte del lavoro e dei rapporti stretti durante il suo assessorato. Ma a sbarrargli la strada è il votatissimo Riccardo Gennuso.

Allora Edgardo, ‘il piccolo corazziere’ ritorna a coltivare il sogno di fare il sindaco di Siracusa: viene scartato dai partiti del centrodestra e per ripicca si candida da solo, fallendo l’obiettivo. Al ballottaggio decide allora di schierarsi con l’uscente Francesco Italia, ottenendo in cambio la poltrona di vicesindaco e altri scranni per i suoi fedelissimi, che però sono ancora in attesa.

Il passaggio con il vulcanico Cateno De Luca è successivo e ora Edgardo si sta guardando intorno per decidere su quale cavallo montare su per conseguire i suoi traguardi personali e dei rapporti stretti durante il suo assessorato. Ma a sbarrargli la strada è il votatissimo Riccardo Gennuso.

Allora Edgardo, ‘il piccolo corazziere’ ritorna a coltivare il sogno di fare il sindaco di Siracusa: viene scartato dai partiti del centrodestra e per ripicca si candida da solo, fallendo l’obiettivo. Al ballottaggio decide allora di schierarsi con l’uscente Francesco Italia, ottenendo in cambio la poltrona di vicesindaco e altri scranni per i suoi fedelissimi, che però sono ancora in attesa. Il passaggio con il vulcanico Cateno De Luca è successivo e ora Edy si sta guardando intorno per decidere su quale cavallo montare su per conseguire i suoi traguardi personali. Ma il futuro non è semplice.

Un sorriso,
Joe Bianca