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Il caso Caravaggio, gli impotenti e «l’imbecillità» di Sgarbi

Di «imbecilli» la storia ne è piena. Di ciò non si sottrae la vicenda del prestito del Caravaggio siracusano al Mart di Rovereto che è stata imbastita come una farsa tragicomica degna di “Totò, Peppino e la…malafemmina”, che solo la coppia Sgarbi-Granata erano in grado emularla alla grande alimentando una protesta generale del fronte del No alla partecipazione della tela alla presunta mostra programmata e rimasta aperta per soli 20 giorni per ragioni del lockdown, in cambio di un intervento sostanziale per la tutela e la salvaguarda dell’opera caravaggesca. La conclusione di questa epica storia grottesca era finita in Prefettura che grazie alla mediazione del prefetto Giusi Scaduto aveva sortito in qualche modo l’effetto sperato cioè del diniego-prestito della tela del Caravaggio «Il seppellimento di Santa Lucia», al Mart di Rovereto, causa poi raggiunta.
L’accordo scaturito con sindaco e Curia con molti ex consiglieri comunali, il Patto civico per Caravaggio (Italia Nostra Sicilia, SiciliAntica, BCSicilia Regionale, Ortigia Sostenibile, Dracma, Amici del Caravaggio).
Il primo cittadino non aveva espresso esplicitamente all’inizio il suo pensiero, al contrario dell’assessore Granata, che aveva sposato l’idea del professore Vittorio Sgarbi, dopo aver constatato l’influenza del pubblico, aveva espresso il proprio No in occasione della programmata riunione in Prefettura.
Sulla «querelle» del Caravaggio al Mart di Rovereto era intervenuto l’avv. Salvo Salerno, presidente onorario del Comitato Ortigia Sostenibile.
«Nella vicenda del «prestito preteso», l’unico fatto «insostenibile» sta nelle gravi e eversive, oltre che incongrue dichiarazioni rese sempre dall’assessore Granata.
Se persino lui tiene a premettere che “Il Comune non aveva e non ha competenza alcuna sul quadro”, allora come mai, più avanti, egli stesso si vanta che «lo scambio e la conseguente mostra siano state proposte, discusse e decise tra me e Vittorio Sgarbi»..?! E allora, se, come dice lui, il Comune non aveva competenze sulla valorizzazione del nostro Caravaggio (in realtà trattasi di affermazione erronea), ci chiediamo a quale titolo Granata abbia intavolato negoziazioni di mostre e scambi con Sgarbi.
Non come assessore, evidentemente, visto che il Comune, per sua stessa affermazione, non ha alcuna competenza nella vicenda. Allora si è mosso come agente o impresario di mostre? Tipo Sicilia Musei..?! Chiarimenti smarriti strada facendo.
Interviene il Fondo Edifici di Culto che ha replicato al Mart di Rovereto in relazione alle modalità e ai tempi di rientro a Siracusa della tela del Caravaggio, il “Seppellimento di Santa Lucia”. «Il cambio di programma avrebbe dovuto essere comunicato in tempo utile», scriveva il prefetto Alessandra Camporota. «Il prestito è stato accordato fino al 4 dicembre e le operazioni di consegna devono essere comunicate e avviate con la massima tempestività, specifica il Fec». A questa nota replicava il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi che confermava che il Mart «restituiva regolarmente il dipinto garantendo l’allestimento della tela nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro entro la data della ricorrenza del patrono, ossia il 13 dicembre».
«Il rientro dell’opera, scriveva Sgarbi, doveva avvenire conseguentemente dopo la riunione del consiglio d’amministrazione convocato per domani, che deciderà in merito e comunque non oltre il 6 dicembre, dopo la chiusura serale».
«Quanto replicato dal FEC alle richieste del presidente del Mart, affermava Giovanni Di Lorenzo, presidente dell’associazione Dracma, ci restituisce la certezza di aver sempre bene interpretato ciò che stava accadendo relativamente alla restituzione del Seppellimento di Santa Lucia. Chi si è assunto la responsabilità di disattendere gli accordi stipulati per il rientro tra Mart, Fec e Soprintendenza, beninteso su richiesta dello stesso Museo trentino, dovrà renderne conto a chi di dovere. E noi saremo lì. A vigilare.
«Auspichiamo, continua Di Lorenzo, che il Fec non voglia, ancora una volta, dare seguito a provocatorie richieste di restituzione del loan-fee e che abbia finalmente compreso gli attori, le comparse, i nani e le ballerine che hanno, purtroppo, caratterizzato la vicenda relativa al prestito del Seppellimento di Santa Lucia».

«La tela del Caravaggio a Siracusa entro il 13 dicembre. Il Fec rimbrotta Sgarbi»

Il Fondo Edifici di Culto ha replicato al Mart di Rovereto in relazione alle modalità e ai tempi di rientro a Siracusa della tela del Caravaggio, il Seppellimento di Santa Lucia”. “Il cambio di programma avrebbe dovuto essere comunicato in tempo utile”, scrive il prefetto Alessandra Camporota. Il prestito è stato accordato fino al 4 dicembre e le operazioni di consegna devono essere comunicate e avviate con la massima tempestività, specifica il Fec. A questa nota ha replicato il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi che conferma che il Mart “restituirà regolarmente il dipinto garantendo l’allestimento della tela nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro entro la data della ricorrenza del patrono, ossia il 13 dicembre”.
“Il rientro dell’opera – scrive Sgarbi – avverrà conseguentemente dopo la riunione del consiglio d’amministrazione convocato per domani, che deciderà in merito e comunque non oltre il 6 dicembre, dopo la chiusura serale”.
«Quanto replicato dal FEC alle richieste del Presidente del MART, afferma Giovanni Di Lorenzo, presidente dell’associazione Dracma – ci restituisce la certezza di aver sempre bene interpretato ciò che stava accadendo relativamente alla restituzione del Seppellimento di Santa Lucia. Chi si è assunto la responsabilità di disattendere gli accordi stipulati per il rientro tra MART, FEC e Soprintendenza, beninteso su richiesta dello stesso Museo trentino, dovrà renderne conto a chi di dovere. E noi saremo lì. A vigilare.
«Auspichiamo, continua Di Lorenzo, che il FEC non voglia, ancora una volta, dare seguito a provocatorie richieste di restituzione del loan-fee e che abbia finalmente compreso gli attori, le comparse, i nani e le ballerine che hanno, purtroppo, caratterizzato la vicenda relativa al prestito del Seppellimento di Santa Lucia”.

Le dichiarazioni «d’imbecillità» del prof. Vittorio Sgarbi

Il bravo ed eloquente prof. Vittorio Sgarbi che «d’imbecillità» ne è consapevole come quel termine a lui conosciuto scientificamente «d’impotenza» si è lasciato andate in uno show a lui congeniale al quale gli è riconosciuta la bravura, che nel corso di una intervista (che riportiamo integralmente) ha dichiarato testualmente:
«‘Pacta sunt servanda’, da domani sera alle 8 il dipinto di Caravaggio ospite al Mart per il museo di arte contemporanea e per la mostra “Caravaggio il contemporaneo”, il dialogo con Murri e con Pasolini, può rientrare a Siracusa. Da parte mia il massimo rispetto per gli accordi, il dipinto era previsto rimanere fino al 4 dicembre, non ho ancora alcun elemento per dire che al 4 potranno essere riaperti i musei, e se il Tar darà il via libera, ma questo non è ancora stabilito formalmente e quindi potrebbe essere previsto che il consiglio di amministrazione delle 19 avvenisse a museo chiuso e quindi da quel momento il dipinto può partire. Ma dal momento che io non faccio nessuna delle resistenze che vengono attribuite ma ho rispettato i patti, se c’è tanta fretta perché c’è un’intera città in fermento e per le processioni che non si faranno, e per le funzioni che non si faranno ma io sono felicissimo che la città possa bearsi del capolavoro che io ho fatto restaurare e che io ho fatto tornare, quando tornerà nella Chiesa di Santa Lucia alla Borgata. Bene, lo vengano a prendere, lo dico serenamente al Ministro Lamorgese, mia ottima amica da tanti anni che se lei intende interpretare questa urgenza mandi la forza di polizia, persone pronte a sacrificarsi per questo trasporto nonostante le zone gialle, le zone rosse e il rischio di contaminazione. Ci sono dei martiri siracusani che vogliono venire a prenderlo? Vengano a prenderlo, ci sono le associazioni che insieme a vendere quadri falsi alla città di Troina può benissimo avere una passione fisica per il seppellimento di Santa Lucia, vengano loro, riescano a spendere almeno un euro, dopo che io ho dato danaro, perché la mostra è stata aperta solo 20 giorni, mettano un po’ di danaro per fare qualcosa di utile, contribuiscano con le loro forze, visto che le hanno annunciate, si vengano a prendere il dipinto domani sera. Vengano, il consiglio di amministrazione delibererà e glielo diamo, se il ministro dell’interno non ha forze dell’ordine in grado di fare questa operazione senza danneggiare trasportatori, restauratori, persone che potrebbero essere contagiate lungo un percorso impervio che prevede anche agli esseri umani, che tocca anche le zone rosse, che arriva nella rossa Campania, deve salire su una barca, vengano loro e glielo dò subito. Domani sera alle 21 posso darglielo, vengano, li aspetto. Io li aspetto e vedranno finalmente una bella mostra che non hanno visto. Non c’è stata una delegazione di Siracusa che è venuta a vedere come era stato onorato il loro dipinto, come era stato consacrato, non sono venuti, hanno l’occasione, vengano a prendere il dipinto, io li aspetto. Se la Lamorgese vuole fare un’operazione d’urgenza la faccia, il ministero dell’interno ne ha la facoltà e la possibilità e lo faccia. Io da domani sera libero il dipinto, se volete ve lo metto anche per strada così è più pronto a partire, se arrivate voi con la vostra forza di martiri siracusani, venite a prenderlo, mandate un vostro camion, e portatevelo se è così urgente, altrimenti dovete aspettare la pratica regolare che si fa per ogni opera prestata, il 5 dicembre vengono i funzionari e i responsabili del restauro nella figura del Dr. Ciabattoni e guardano le condizioni, una volta guardate, il dipinto esaminato, il 6 può partire questo è quello che io faccio, che farò e che ho annunciato, senza che nessuno bacchetti me e senza che io bacchetti nessuno, vi dico anzi al ministro, vieni a prenderlo tu, venite a prenderlo voi, fate quello che vi pare, vi aspetto, se non potete aspettare un minuto perché è urgente che arrivi ve lo mando, sono felice che arrivi e sarò anche io a festeggiare con voi, quindi nessuna polemica, tutti per amore di Santa Lucia, tutti perché io possa essere lodato perché l’ho riportata nel luogo dove Caravaggio ha dipinto quel capolavoro altrimenti ci sono delle subordinate.
Il sindaco di Rimini che è ottimo amico della presidente del Fec, Direttore centrale che si chiama Camporota potrebbe tenere per due o tre mesi il dipinto a Rimini perché la Camporota è stato prefetto di Rimini e non avrebbe nulla in contrario, perché in fondo se non potete fare nulla, se non potete festeggiare, non potete fare processioni avete una copia perfetta già li, nessuno si accorgerebbe che è una copia, potete utilizzarla perfettamente, ve lo suggerisco e lo dico anche al Ministro. Se tu vuoi prestare per altri 3 mesi con un contributo straordinario anche del Mart, della mia presenza per raccontare la storia la mostra possiamo portarla a Rimini, possiamo portare il dipinto a Rimini, il mio amico sindaco di Rimini, persona di grande sensibilità è prontissimo ad accoglierlo, Miassi è in grande amicizia con il Prefetto Camporota, io chiederò alla Camporota, perché il Fec può fare quello che vuole ed è il bene che è suo, se invece di andare in Sicilia, a Siracusa, dove non sanno cosa farne, non sanno dove metterlo perché, pare tra l’altro che i ganci per attaccarlo siano pericolosi, insomma se interessa il dipinto può andare 3 mesi a Rimini poi naturalmente può fermarsi altri tre mesi a Roma, perché stando a Roma il Fec può mostrare l’opera che ha potuto far restaurare grazie a me e quindi è prontissimo per arrivare nel dicembre del 2021 alla festa di Santa Lucia, quindi non c’è problema. Subito se lo volete venire a prendere altrimenti prima tappa a Rimini, da febbraio fino a giugno, poi a Roma nella sede del Fec al Ministero degli Interni e può stare lì fino a novembre, poi con comodo per la festa di Santa Lucia senza Covid può tornare nel 2021, io ve lo dico come suggerimento, pensateci perché avere li un’opera così importante e non poter far nulla è un segnale di impotenza che corrisponde alla vostra natura, gli impotenti di Siracusa tutti continueranno ad essere impotenti, lo sono stati all’inizio, durante e dopo, sono così impotenti che non verranno neppure a prendere l’opera perché non hanno un euro da spendere, non sono in grado di fare nulla, impotenti, vi aspetto o il 4 dicembre del 2020 o del 2021, pensateci, forse è meglio che l’opera giri, vada a Rimini e a Roma.
Molti auguri cari impotenti di Siracusa» fin qui le imbecillità profuse dal prof. Sgarbi, dalla serie “se lo conosci lo eviti».

A tal riguardo l’avv. Salvo Salerno scrive una Lettera aperta al sindaco e all’assessore agli impotenti d’occidente.

«Sgarbi, non soddisfatto delle enormità “impotenti” sparate nel video di ieri, ne spara altre ancora, in questa intervista telefonica di ieri mattina, purtroppo senza essere troppo contraddetto», esordisce Salerno.
«Ne cito solo due, false e ingannevoli, per l’informazione dei cittadini. La prima affermazione è che il dipinto, causa restrizioni DPCM anti Covid, non è visibile nei musei e neppure nella chiesa, quindi tanto vale che resti a Roma. Falso! Il Caravaggio è perfettamente visibile e visitabile nelle chiese, come la nostra, non nei musei, come il suo.
«La seconda affermazione è che, senza la sua incursione, il Seppellimento non sarebbe mai andato alla Chiesa del Sepolcro in Borgata. Affermazione scorretta e fuorviante, e ora lo dimostro. Dice l’art. 30 del Codice dei Beni Culturali “Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché .. gli enti ecclesiastici … fissano i beni culturali di loro appartenenza … nel luogo di loro destinazione nel modo indicato dal soprintendente”. Ebbene, “nel luogo fissato dal soprintendente”, dice la legge, quindi il capolavoro sarebbe pacificamente andato in Borgata, se semplicemente lo avesse disposto la Soprintendente che peraltro Sgarbi ha tanto lodato. Tutto insomma dipendeva dalla Soprintendenza, non da Sgarbi, dal Mart o dal Fec. Ma che ha fatto la Soprintendenza, finora?!» sottolinea l’avv. Salvo Salerno.
«Il resto delle dichiarazioni (“il FEC potrebbe trattenere il dipinto a Roma, perchè mai dovrebbe restituirlo a Siracusa, visto che non c’è la festa e c’è la pandemia?”) sono a metà tra il delirio e la minaccia e la ritorsione, oppure c’è qualche altro progetto espositivo in gestazione.
«Sarebbe bello trovare giornalisti e conduttori che le facciano notare queste falsità, allo showman.
In ogni caso, di tutto questo, dovreste chiedere e dare conto, voi, sindaco, assessore agli impotenti d’occidente e tutti gli altri balbettanti politici che ora vi strappate le vesti di ipocrita e tardiva indignazione per le offese rivolte alla città», conclude Salerno.
Non cerchiamo il nostro male fuori di noi; esso è in noi, è piantato nelle nostre viscere come «l’imbecillità» di Sgarbi e «taluni impotenti siracusani». E il fatto stesso che non si accorgono di essere malati rende loro la guarigione più difficile.

Un sorriso,
Joe Bianca