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Il caso Hot Spot nel Porto di Augusta

Intervento di Romano Prodi

Il caso Hot Spot nel Porto di Augusta

«Unione Europea, un progetto sempre più stanco?» E’ questo il tema dell’incontro-dibattito con l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, promosso dall’associazione “Medeuropa”, in programma il 12 settembre 2015 nell’aula magna del liceo scientifico “Corbino” in viale Regina Margherita.
Il confronto, a cui parteciparono i giornalisti: Domenico Tempio, editorialista de “La Sicilia”; Gianfranco Monterosso, responsabile della redazione siracusana del “Giornale di Sicilia”; e Giuseppe Bianca, direttore del nostro quotidiano “Libertà Sicilia”. Una sala gremitissima aveva accolto il professore Romano Prodi,

Presenti autorità civili e militari, tra questi il Prefetto di Siracusa Armando Gradone, il Col. della Guardia di Finanza di Siracusa, Antonino Spampinato, il maggiore del carabinieri, Sambataro, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e il vice sindaco Francesco Italia nonché numerose personalità.

Ricordiamo la prima volta del presidente del consiglio dei ministri Prodi a Siracusa in occasione della messa in posa della prima pietra per la costruzione della centrale di cogenerazione elettrica di Isab Energy (gruppo Erg). Allora ricopriva, nel 1996, la carica di presidente del Consiglio.

Il tema del dibattito fu introdotto dal presidente dell’associazione Carmelo Saraceno. Con Prodi oltre che sul futuro dell’Europa si è discusso dell’emergenza immigrazione e dei numerosi conflitti che travagliano il Medio Oriente e le regioni africane. Il direttore Giuseppe Bianca ebbe a chiedere se la questione meridionale aveva un posto nella politica europea. E Prodi aveva ricordato le grandi colpe dell’Europa, che ha badato soltanto al Nord. «Lo sviluppo passa anche dal mare, se si vuole realizzare un hub per le merci in Sicilia non può che stare ad Augusta con una rada naturale unica e profonda, investimenti previsti per 200 milioni di euro tra il 2007 e il 2020, entro metà del 2016 si finiranno le banchine e si raddoppieranno gli spazi operativi» sottolinea Bianca. E’ l’unico porto cluster cioè sia funzione cantieristica, che industriale, che militare. Diventare un hub significherebbe creare una piattaforma logistica in grado di attrarre grandi quantità di container e smistarli con diverse modalità di trasporto. Ma manca un’adeguata rete infrastrutturale di terra alle spalle, a cominciare dalle ferrovie, sia perché la Sicilia non produce e non consuma, addebitare i problemi del traffico merci alla cattiva amministrazione dei porti è riduttivo. Per non parlare della triste vicenda che sta coinvolgendo l’occidente con la marea di migranti che rischia di stravolgere l’Europa. Alla luce di cui sopra è penalizzante che il porto di Augusta sia stato inserito nel programma degli Hot Spot. Il porto megarese potrebbe essere pregiudicato, a nostro parere, il futuro di Hub. Ci auguriamo di essere smentiti dai fatti» conclude Giuseppe Bianca. La risposta di Romano Prodi fu chiara, «La popolazione siciliana paga un prezzo molto caro, di una politica miope che perde costantemente finanziamenti europei per mancanza di progettualità, con un debito pubblico altissimo, rasentiamo quello della Grecia».

L’intervento di Giuseppe Bianca è servito a denunciare pubblicamente l’istituzione dell’hot spot che finiva per penalizzare il Porto di Augusta e fare naufragare il progetto di Port Authority. Nei mesi successivi il progetto dell’hot spot fu definitivamente dismesso.

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