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La cupola della Chiesa all’Immacolata in Ortigia rischio crollo come a Noto

La verità non può essere ottenuta se non attraverso una costante cooperazione dei soggetti, in un reciproco porsi domande e soddisfarle. Non è quindi un oggetto empirico, ma va intesa come il risultato di un atto sociale.
Va in questo contesto la mancata intesa sociale di un atto d’interventi, dopo la chiusura ai fedeli e ai turisti della Chiesa di San Francesco all’Immacolata nel centro storico di Ortigia. Sono stati i problemi statici dell’edificio chiesastico all’origine del provvedimento. Fessurazioni lungo il prospetto, crepe nella cupola, nella zona absidale, nell’arco di trionfo e sul pavimento. Dopo il grido d’allarme lanciato nel 2014 dall’ex parroco Marco Tarascio, la chiesa rimase chiusa. I fondi stanziati dalla Regione Sicilia e dal Ministero dell’Interno furono insufficienti per il completamento dei lavori e, nel 2015, il nuovo parroco Flavio Cappuccio presagiva già una ulteriore chiusura della Chiesa dell’Immacolata. E ancora oggi, sostando nella Piazzetta Corpaci – già Piano di San Francesco -, si può solo ammirare l’esterno della chiesa anche se in condizioni di degrado. Il prospetto convesso, le linee sinuose dell’architrave aggettante, l’apparato scultoreo, non lasciano dubbi sulla connotazione barocca.
Il 19 novembre 2014 Il Ministero degli Interni aveva finanziato i lavori per la messa in sicurezza della Chiesa di San Francesco all’Immacolata in Ortigia. Lo rendeva noto Vincenzo Vinciullo. Come si ricorderà, la Chiesa era stata chiusa in seguito a delle crepe che si sono manifestate nella cupola, e, di conseguenza, l’unica decisione da prendere era quella di chiudere la Chiesa. La Prefettura di Siracusa, aveva proseguito l’on. Vinciullo, aveva chiesto al Ministero degli Interni di finanziare con urgenza, stanziando una somma pari a quasi 49 mila euro, i lavori di ristrutturazione e consolidamento della Chiesa, appartenente, com’è noto, al FEC. Insomma l’urgenza di trovare le somme necessarie per poter eseguire i lavori che sono stati progettati dalla Soprintendenza di Siracusa. Successivamente la positiva notizia che le somme erano state accreditate e di conseguenza potevano essere spese con la dovuta celerità, riaprendo al culto la Chiesa.
Il 18 Marzo 2015 veniva annullata la gara per la messa in sicurezza della chiesa dell’Immacolata, in Ortigia, ma il parroco Flavio Cappuccio ne era certo: «Aveva ricevuto rassicurazioni che entro la festa dell’Immacolata i lavori dovevano essere conclusi e la chiesa riaperta al culto».
La chiesa di San Francesco d’Assisi, sede della parrocchia San Giovanni Battista all’Immacolata, doveva riaprire entro dicembre dunque, nonostante la Sovrintendenza che aveva deciso di bloccare il bando di gara prima dell’apertura delle buste dei concorrenti, sei, ancora sigillate. A quanto pare erano state individuate irregolarità formali nel documento di gara, tali da aver comportato il rischio serio di ricevere ricorsi al Tar che avrebbero potuto bloccare l’iter a tempo indeterminato.
Infine, venne aggiudicata la gara, i lavori dovevano durare tre mesi al costo implementato di 100 mila euro (fondi provenienti dal Ministero degli Interni e dalla Regione) per la messa in sicurezza dell’arco trionfale e della cupola della chiesa, chiusa dall’ottobre 2014 dopo i sopralluoghi congiunti di Prefettura, Vigili del Fuoco e Soprintendenza.
Dopo i lavori ultimati nacque l’esigenza di realizzare un progetto d’indagine geologica il cui costo era individuato nella somma di 100 mila euro, per esaminare complessivamente lo stato di salute della Cupola nonché dei muri portanti dell’edificio di culto. Un tecnico si era reso disponibile, l’ing. Pietro Glorioso. Si era formato un Comitato per reperire donazioni e contributi vari affinché realizzare il progetto, ma tutto si arenò e la chiesa dell’Immacolata la cui storia è racchiusa nella tradizione dei tantissimi siracusani luogo che ha visto numerose celebrazioni di matrimoni e battesimi di comunità, è lasciata al totale abbandono.
C’è anche da dire che il progetto di indagini geologiche è molto più complesso di quanto potrebbe apparire, in quanto parliamo della messa insicurezza delle pareti portanti ma soprattutto della Cupola il cui rischio crollo potrebbe essere molto labile per via delle fessurazioni e in totale assenza di canalette raccolta acqua piovana per farla defluire nelle condotte, possono trasformarsi in crepe per dare luogo all’emulazioni-crollo della Cupola della cattedrale di Noto. Per Enzo Vinciullo che ha seguito tutto l’iter procedurale occorrerebbe intervenire al più presto e recuperare urgentemente l’edificio di culto e ricorda che in assenza del progetto di ristrutturazione e diagnosi geologica, la legge ‘Patto per il Sud’ rese vano il finanziamento per la chiesa mentre altri luoghi di culto in provincia anche periferici ottennero cospicui finanziamenti. La Chiesa di San Francesco all’Immacolata nel centro storico di Ortigia è in serio pericolo di crolli, basterebbero 200 mila euro di interventi per evitare il crollo il cui finanziamento di intervento ricostruzione sarebbe molto più cospicuo. Insomma prevenire meglio che ricostruire.
La storia
«La chiesa e l’attiguo convento vennero istituiti dai Padri Minori Francescani che arrivarono a Siracusa nel 1222. Alcuni interventi di restauro operati negli anni ’20 del XX secolo, nella sagrestia e nella parte absidale della chiesa, hanno messo in luce strutture murarie precedenti a quelle barocche, dando veste materiale alla vetustà di questo complesso religioso. Colonnine, capitelli, archi del chiostro duecentesco del convento sono visibili nella vecchia sagrestia» afferma Laura Cassataro in una recente pubblicazione su Libertà Sicilia. «Nella zona absidale un arco del Trecento posto a sud è pertinente alla primitiva chiesa che aveva un’orientazione diversa. Un arco del Quattrocento è posto a nord e ha la particolarità di essere dotato di un binario nel cui interno sono inseriti gli elementi decorativi. Alla fase Cinquecentesca, quando la chiesa venne intitolata alla Concezione e alla Madonna del Soccorso, fanno riferimento alcuni archi con raffinata dipintura a tempera lungo la parete nord dell’interno. Nel XVIII secolo, benché il terremoto del 1693, non avesse arrecato all’edificio gravi danni, si operò una ristrutturazione decisamente barocca che coinvolse in particolare la decorazione interna a stucco ad opera di Luciano Alì e Carmelo Mudanò. Lo stile dell’epoca culmina nell’affresco della volta – Concezione in Gloria e i Santi Francesco e Antonio – ad opera del pittore messinese Giuseppe Cristadoro. Si ricorda come, l’8 dicembre 1800, i Cavalieri di Malta, arrivarono in processione dalla loro chiesa di San Leonardo, con delle scope per pulire la chiesa in omaggio alla Vergine. «Nel 1825 il vescovo G. Amorelli riprenderà questa usanza. Dopo la Legge sulla soppressione degli ordini conventuali del 1866, se il Convento divenne Corte d’Assise, poi Pretura e Tribunale ed infine Scuola teatrale dell’I.N.D.A., la Chiesa rimase aperta al culto. Durante la Grande Guerra fu occupata dai soldati e poi utilizzata come deposito di granaglie, per ritornare alle autorità ecclesiastiche dopo la Seconda Guerra mondiale. Questo gioiello architettonico, conclude Laura Cassataro, rappresenta un vero e proprio palinsesto che, senza soluzione di continuità, ci documenta tutte le fasi del complesso conventuale di San Francesco d’Assisi dal XIII secolo ai nostri giorni».

Un sorriso,
Joe Bianca