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Processo ai politici nefasti della storia

Processo al territorio, alla società siracusana che evidenzia un problema irrisolvibile: un clima di sfascio. Gli ascari, i venduti diventano protagonisti del territorio che si è rivelato inadeguato. Siracusa non garantita si trova allo stremo economico e nessuno si muove.

Mentre la nostra amministrazione comunale siracusana con il presunto sindaco del Cga, con assessori tuttologi, allevata dalle imprese che lavorano per la zona industriale, cerca cavilli e prende abbagli clamorosi per ostacolare l’esistenza dell’economia del polo industriale e dopo che la deputazione nazionale siracusana unita, i sindacati e l’intero mondo del lavoro si spende per uno sviluppo sostenibile, persino Musumeci si rende conto che bisogna agire rapidamente senza se e senza ma. Amministratori di Siracusa, Priolo, Melilli Augusta invece fanno dispetti… anziché muoversi pro qualche idea di sviluppo e non contro qualcuno.

E vengono fuori vere e proprie follie inquietanti di figure politiche locali, ibride e distruttive. Ci riferiamo al primo pensiero che il buon Musumeci inizialmente ‘plagiato’ dal fido-scudiero Fabio Granata (di Caltanissetta, presunto siracusano di adozione), resosi conto negli anni dell’inaffidabilità dell’amico che gli aveva propinato ‘fake news’ a gogo, adesso il presidente Musumeci sta facendo responsabilmente e correttamente marcia indietro, chiedendo un incontro operativo urgente a Roma per il rilancio dell’area industriale siracusana, davanti al «concreto rischio di disimpegno delle società multinazionali operanti nell’area del cosiddetto Polo petrolchimico di Siracusa».

Noi cittadini sopportiamo tutto, anche i cretini che ritornano protagonisti riciclandosi sotto mentite spoglie. Abbiamo un’«informazione indecente e falsa» che, combinata ad una «emittenza privata spregevole» che incrina la stessa democrazia.
L’uscita della Erg è stata sancita con la «non autorizzazione» al Rigassificatore che in un sol colpo ha fatto fuggire prima la multinazionale del calibro della Shell e dopo la Erg in maniera più soft. Oggi con il Rigassificatore del GNL avremmo il gas che oggi paghiamo a caro prezzo subendo i ricatti dei Paesi produttori ed avremmo realizzato la transizione energetica con ben 12 anni di anticipo ed una economia alternativa basata sull’industria del freddo.

Non dobbiamo dimenticare che Erg rifugge il territorio per una porta in faccia sbattuta durante il governo regionale dal redento della giustizia catanese, presidente Raffaele Lombardo che ha potuto contare su ben 4 assessori regionali siracusani, disseminati in vari partiti ed vari onorevoli siracusani che si muovevano “a comando di orologeria”, tutti successivamente bocciati dall’elettorato siracusano: Titti Bufardeci (F.I. e Grande Sud), ex sindaco di Siracusa appena eletto all’Ars, assessorato al Turismo con delega a vicepresidente della Regione con successive deleghe alla Cooperazione Artigianato e Pesca ed ancora all’Agricoltura; Pippo Gianni (Udc), assessorato all’Industria e Pippo Sorbello (Mpa), già sindaco a Melilli, assessorato all’Ambiente e Territorio: Amleto Trigilio (Mpa) nell’ultimo governo Lombardo per pochi mesi ha riporto il ruolo di assessore ai Beni Culturali.

Nel governo Crocetta troviamo due assessori: Bruno Marziano alla Formazione e Istruzione; Mariarita Sgarlata dapprima beni culturali e poi all’Ambiente e Territorio dimessasi per via di una presunta vicenda di piscina abusiva, per niente vero, sostituita dal rosolinese Piergiorgio Giarratana.
Nel governo Musumeci ha ricoperto il ruolo di assessore all’Agricoltura e Pesca, il siracusano Edy Bandiera (F.I.).

Costoro cos’hanno portato al territorio di provenienza? NULLA. Tutta gente che l’elettorato siracusano ha poi punito non rieleggendoli. Ma abbiamo voluto rinfrescare la memoria visto che qualcuno cerca di alzare nebbie sul passato e sembra non entrarci niente con la crisi industriale che stiamo vivendo e patendo (ripetiamo che proviene da lontano), politici che aggirandosi dall’altro lato volendosi riciclare… Non se ne può più di questi personaggi del peggiore passato. Facciano un mea culpa prima…

Ritornando alla Erg non abbiamo perso solo un nostro gioiello imprenditoriale e modello di sviluppo sostenibile ma anche la credibilità di territorio ed affidabilità di istituzioni.

L’area industriale compresa tra i comuni di Augusta, Melilli e Priolo è la più importante della Sicilia in termini di fatturato, con oltre 12 miliardi di euro “quanto il Pil di una piccola nazione”, vale il 15 per cento del valore aggiunto della produzione industriale di trasformazione dell’Isola e conta oltre settemila addetti.
Dopo la fuga dell’Erg, una seconda multinazionale ha abbandonato il territorio: la Esso, l’impianto di Augusta conta 700 dipendenti diretti e 900 dell’indotto. Sembra che raffinare non era più una priorità per la Esso dato che nel territorio siracusano non è più possibile investire con tutti i detrattori dietro la porta: ha, quindi, tirato la corda finché ha potuto; e se crolla un pezzo, è a rischio l’intera area industriale; e adesso… sotto a chi tocca?

I nodi stanno inesorabilmente venendo al pettine è giusto non dimenticare e che ognuno se ne prenda la responsabilità per rispetto nei confronti dei giovani spesso migliori che hanno lasciato la nostra isola, per rispetto dei genitori e nonni privi della loro gioia e di una comunità che va verso la desertificazione.
La prospettiva in cui si muove questo colosso della produzione industriale italiana non è però quella del breve termine, ci sono appuntamenti già fissati, con oltre due miliardi di euro di investimenti dei privati già programmati per rispettare gli obiettivi dell’Unione Europea sulla decarbonizzazione. Ovvero ridurre del 50 per cento le emissioni nel 2030, e azzerarle nel 2050”. Step e investimenti che incontrano però anche una potenziale accelerazione data dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, meglio noto come “Recovery plan”, che proprio in queste ore sta vedendo l’esame del Parlamento con un emendamento finale dei gruppi parlamentari di maggioranza che in un primo momento la proposta di ‘Area di crisi industriale complessa’ aveva subito una flessione. Il presidente della Regione Musumeci ha chiesto un incontro operativo urgente per il rilancio dell’area industriale siracusana, davanti al «concreto rischio di disimpegno delle società multinazionali operanti nell’area del cosiddetto Polo petrolchimico di Siracusa».

Di fronte a questo sfascio, dobbiamo trovare la forza morale e civile per ribellarci. Pensare che certi presunti uomini, dalla faccia mascherata da politici voltagabbana, come ne esistono al Vermexio, possono assurgere al ruolo di ambientalista da Salvatore della Patria, fanno letteralmente piangere. Farebbero sghignazzare se fossimo già a Carnevale ma comunque, per essere chiari, lo fanno già lo stesso tutto l’anno.

Un sorriso,
Joe Bianca