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L’uomo felice e la verità sul Porto di Siracusa, le navi da crociera e gli yacht che non pagano nulla

Il porto di Siracusa è improduttivo. Esso potrebbe rappresentare il volano dell’economia turistica. La riqualificazione della linea costiera si concretizza con l’adozione in Consiglio Comunale, Delibera n.92 del 29/09/2003, dello Schema di Massima del nuovo Piano Regolatore del Porto (PRP) e si consolida attraverso la riclassificazione del porto di Siracusa come porto turistico con esclusione della funzione commerciale. Anche il Piano Regolatore Generale (PRG) presenta il tema della valorizzazione del “waterfront” come uno degli aspetti prioritari per la città di domani. Ma dopo l’invio dello schema di massina alla Regione, cala il silenzio. Parliamo del secondo mandato del sindaco Bufardeci. Bene, l’iter autorizzativo di quel piano doveva essere eseguito da Visentin prima e da Garozzo dopo. Nulla. Piano scaduto occorre rifare tutto.

Il porto che ha ospitato le navi da crociera ormeggiate, alla luce di sopradetto non hanno versato un solo centesimo. Forse al sindaco di Siracusa piace vessare i cittadini con balzelli di ogni tipo. Il porto di Siracusa potrebbe rappresentare per le navi da crociera lo scalo di imbarco e sbarco passeggeri, altrimenti porto vietato a tutti per gente che viene a sporcare e null’altro. Che la storia se la leggessero sui libri. L’intrapresa futura di imbarco e sbarco passeggeri dal porto di Siracusa, potrebbe coronare un vecchio sogno di avviare un’economia crocieristica. Nel dimenticatoio i progetti di sviluppo ZES-SIN. Totale inefficienza.

Con il periodo e le disposizioni governative determinate dall’emergenza dal Covid-19 e le relative restrizioni nella mobilità delle persone hanno finito per creare disagi e danni a numerosi proprietari di natanti e imbarcazioni, che si sono ritrovati impossibilitati a svolgere attività di manutenzione necessarie per ragioni tecniche e di sicurezza, e per scongiurare la perdita di un bene prezioso. Ed il comparto nautico, in particolare in una regione come la Sicilia, ha un’incidenza significativa sull’economia e alimenta un considerevole indotto.

Al fine di ottemperare alle disposizioni è stato acconsentito agli armatori delle navi da crociera di ormeggiare nei porti a loro scelta per le opportune indicazioni. In ogni porto sono state individuate due navi da crociera. Attività che non hanno previsto alcun tipo di assembramento. L’ormeggio nelle banchine al porto, senza il Piano regolatore del Porto che impone regole, in quanto pubbliche non è previsto alcun costo, così come gli yacht ormeggiati in estate alla Marina. E’ chiaro escluso i servizi di approvvigionamento di acqua, carburante, acquisti di genere alimentare per il personale operante a bordo, raccolta differenziata e quant’altro previsto nel regolamento per assicurare al personale dipendente le norme del codice di navigazione. Quindi non ha sorpreso il fatto del turnover della nave ormeggiata con la nave in rada che ciclicamente si sono date il cambio.

Ad onore di cronaca ogni nave da crociera che trasporta un numero imprecisato di ospiti deve pagare 1,50 euro pro capite alla Regione in quanto Siracusa non ha una Autorità portuale ne tantomeno il Piano Regolatore del Porto e paga un prezzo molto alto di mancato utile e il sindaco compiaciuto (come i bambini ed alcuni suoi compañeros) per le navi che attraccano gratuitamente e i turisti che scendono e sporcano la città impunemente. E a proposito di mare, Siracusa è alla deriva.

Un sorriso,
Joe Bianca