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Sulla politica siracusana la guerra produrrà effetti devastanti alla città: puntare i riflettori su un «sindaco civico serio e credibile»

Nella scena politica di Siracusa, i fronti contrapposti del centrodestra si studiano vicendevolmente con i riflettori puntati anche nell’ambito regionale.

Nell’ambito locale la vita politica è un viaggio sperimentale fatto involontariamente.
È un viaggio politico dello spirito attraverso i soggetti, e poiché è lo spirito che viaggia è in esso che con noi viviamo.

Ci sono perciò anime contemplative che hanno vissuto più intensamente politicamente nel passato (adesso superate), più largamente, più tumultuosamente, di altre che hanno vissuto la vita esterna. Conta il risultato, la strategia che scaturiste involontariamente. Ciò che abbiamo sentito e ciò che abbiamo vissuto.

Si ritorna stanchi da un sogno politico come da un lavoro reale. Non si è mai vissuto tanto come quando si è pensato molto. Questo potrebbe essere il quadro politico locale che in buona sostanza potrebbe individuare un vecchio percorso all’interno del centro destra scaturito con l’indicazione di Ferdinando Messina prima, a candidato a sindaco; e di Edy Bandiera poi, nel tavolo del centro destra di venerdì che potrebbe sciogliere le riserve delle altre anime a concorrere da sole alla candidatura di sindaco a Siracusa.

Ma i partiti e i movimenti civici (trasformisti), negli obiettivi della scelta di candidato a sindaco non tengono conto che prevale il pensiero nei cittadini di individuare un soggetto candidato a sindaco della società civile in quanto è risaputo che i cittadini prediligono la credibilità di un uomo (non politico) che nel suo curricula ha saputo proporre progetti vincenti a favore della popolazione.

Quindi i siracusani voterebbero malvolentieri un soggetto politico presentato da forze politiche e/o movimenti civici e anche da qualche neo partito (nuovo) determinatosi nelle ultime elezioni regionali.

In questo momento storico Siracusa non sarebbe rappresentata da nessun candidato della società civile. Se vogliamo fare una disamina, abbiamo l’indicazione di candidati politici a sindaco: Ferdinando Messina, indicato da Forza Italia (stessa provenienza politica appoggiato di Riccardi Gennuso ); Alfredo Foti, indicato da Officina Civica (esperienza Pd e Lega amico fraterno di Giovanni Cafeo); Roberto Trigilio, Sud Chiama Nord (esperienza ex M5S nell’ultimo consiglio comunale); l’uscente Francesco Italia appoggiato nelle ultime amministrative da tre liste civiche e dal centro sinistra; Michele Mangiafico, Civico 4 (con varie esperienze politiche); e fino adesso il candidato in pectore Edy Bandiera, che dovrebbe trovare appoggio venerdì dal centro destra. Insomma tutti politici.

Ma la strategia guarda, come dicevamo, nell’ambito regionale dove a Catania si fa strada la candidatura della Lega contrapposta da altre forze interne del centro destra che qualora dovesse sfumare a fronte di un candidato di Fratelli d’Italia o MPA di Raffaele Lombardo; a Siracusa potrebbe scattare il candidato della Lega che potrebbe essere Giovanni Cafeo afferente al vice governatore regionale Luca Sammartino.

Quindi i giochi politici del centro destra per la candidatura a sindaco di Siracusa sono aperti, e che entro fine mese sciolte le riserve sapremo i candidati reali. Ma come qualcuno dice il fronte del centro destra sarà diviso ugualmente nel quale concorreranno altre liste come quella di Enzo Vinciullo e Mario Bonomo che hanno le liste pronte. In buona sostanza l’auspicato candidato della società civile sarebbe sacrificato sull’altare di una politica ormai vecchia e superata dagli eventi.

Consultando studi analitici: vincerebbe le elezioni quella ‘lista stratega’ che dal cilindro esce, all’ultimo momento, il candidato di spessore, non politico, l’outsider civico onesto, lontano dagli inciuci di potere e pescare nei voti della protesta sociale siracusana e dagli astensionisti lontani dalla politica nefasta che ha gestito gli ultimi decenni palazzo Vermexio per attuare finalmente per Siracusa, quella auspicata Rivoluzione culturale.

Un sorriso,
Joe Bianca