La triste storia del Carcere Borbonico e l’atto giudiziario del sequestro; dopo il terremoto di S. Lucia è la storia di un disastro annunciato, specialmente a causa di un paradosso su chi decide cosa: l’immobile storico è di proprietà della Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio Comunale di Siracusa, ma la destinazione d’uso rimane di competenza del Comune.
Nell’insediamento dell’ultimo presidente alla Provincia Regionale, Nicola Bono, v’era la disponibilità di una somma di 1 milione di euro, stanziata da parecchi anni e non utilizzata, concessa con la legge del terremoto di S. Lucia e sufficiente a mettere in sicurezza il tetto e pochi altri elementi strutturali dello storico immobile; i lavori furono realizzati nel giro di pochi mesi. «Ma l’aspetto più grave della vicenda era, ed è, la mancanza di una definitiva destinazione d’uso dell’immobile» afferma Nicola Bono, ex presidente della provincia regionale di Siracusa.
La provincia aveva presentato da tempo al Comune di Siracusa, ancora prima del mio insediamento, una richiesta di modifica della destinazione d’uso per cambiare la generica destinazione di “spazio culturale polivalente”, che onestamente è tutto e niente e non significa nulla di concreto, a Hotel a 5 stelle, per potere offrire l’immobile all’eventuale proposta di restauro e riuso quale albergo, con il sistema del project financing e quindi a carico del soggetto che si sarebbe aggiudicato la realizzazione del restauro e riuso dell’opera, da eseguire a proprie spese e da gestire per 30-40 anni, pagando un congruo canone annuo all’ente.
Nel marzo del 2009 il comune decise di respingere tale modifica di cambiamento di destinazione d’uso, senza neanche volerne precisarne la destinazione e lasciandola nel vago concetto di “spazio culturale polivalente». «Quella decisione, del tutto illogica poiché non teneva conto dei costi proibitivi del restauro, qualunque fosse stato l’utilizzo pubblico della struttura, è alla base del degrado e del conseguente intervento di sequestro del prezioso e significativo immobile di Ortigia» sottolinea Bono.
L’amministrazione e il Consiglio comunale di Siracusa, a fronte di una struttura imponente e ammalorata da decenni di abbandono, oltre che dalle conseguenze del terremoto del 1991, sapeva bene che sarebbe occorsa una cifra onestamente al di fuori della portata dell’Ente, nella misura di non meno di 25-30 milioni di Euro e che l’unico modo di salvare il carcere era possibile solo con il ricorso al capitale privato, da mobilitare con la modifica della destinazione d’uso della struttura. Invece, dopo quella infausta decisione, sul Carcere Borbonico è disceso un fitto velo di silenzi e rimozioni, che hanno portato l’imponente immobile ad un definitivo processo di degrado e di rischio di implosione.
Alla luce del sequestro operato dall’Autorità Giudiziaria, che è la prova del raggiungimento del punto di non ritorno, occorre che scatti da parte della cittadinanza e delle istituzioni, in primo luogo il Comune di Siracusa, l’impellente esigenza di difendere con ogni mezzo l’immobile storico, che fa parte integrante della identità urbanistica dell’isola di Siracusa, a partire dalla immediata revisione delle scelte fino ad ora effettuate e correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. L’unica soluzione sarebbe quella di tornare alla vecchia idea della provincia, modificare la destinazione d’uso, e procedere senza indugio all’avvio della procedura di individuazione e selezione di un soggetto concessionario che la realizzi a sue spese, facendola ritornare strumento attivo di creazione di ricchezza per la città».
Un sorriso,
Joe Bianca