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«Qualità della vita», Siracusa al 104° posto. Con questa politica si sprofonda

Dati catastrofici quelli indicati dalla «Qualità della vita 2020» a Siracusa che risulta al 104° posto su 107ª posizione. E’ stata pubblicata la classifica annuale sui parametri che definiscono la «Qualità della vita» nelle 107 province d’Italia stilata da ItaliaOggi e l’Università «La Sapienza» di Roma, in collaborazione con la Cattolica Assicurazioni, giunta alla ventiduesima edizione.
Gli indicatori rilevati in considerazione per l’elaborazione della classifica sono stati: affari e lavoro, ambiente, istruzione, formazione, turismo, tempo libero e sicurezza. Nell’edizione 2020, sono state incluse alcune informazioni statistiche più dettagliate sul tenore di vita e sono stati individuati nuovi gruppi di analisi che hanno costituito cinque raggruppamenti di province omogenei in cui è possibile riscontrare caratteristiche simili.
Per quanto riguarda le prime posizioni, dopo le due province Pordenone e Trento, ci sono due nuovi ingressi: Vicenza (era 14ª) e Padova (11ª). Ma il salto più alto è di Ascoli Piceno: dalla 37ª alla quinta posizione. Esaminando, invece, le posizioni di fondo, sopra Foggia è stabile Crotone, mentre Agrigento sale due gradini. Quanto a Foggia, si piazza all’ultimo posto. Deludono le grandi aree urbane: per trovare Milano bisogna scendere alla posizione 45 (era 29ª); Roma è al 50° posto (ma in risalita dal 76°), Torino al 64° (dal 49°) Napoli è in coda (103ª, era terzultima).
Bolzano e Bologna aprono la classifica di «Affari e lavoro», mantenendo le posizioni di vertice già ottenute in passato, così come Trento, che al terzo posto di nuovo conferma i piazzamenti già ottenuti negli ultimi anni. Ultima in classifica, come nel 2019, è Crotone. per l’ambiente Trento si classifica al primo posto seguita da Milano, Pordenone e Sondrio. Le province che figurano nelle posizioni di testa sono 21, come nella passata edizione, ma vedono l’esclusiva presenza di province dell’Italia settentrionale. Come lo scorso anno, chiude la classifica Catania.
Siracusa si piazza tra le ultime nella classifica nazionale: per la precisione al 104° posto rispetto allo scorso anno che occupava il 100° posto. Regredisce, fa un balzo indietro. Tuttavia, magra consolazione, a differenza del 2018, quando si era classificata al 107° posto.
Se analizziamo la classifica regionale la provincia aretusea si colloca al penultimo posto, preceduta da Messina (90°), Catania (92°), Trapani (95°), Caltanissetta (97°), Palermo (99°), Ragusa (100°), Enna (102°), Siracusa (104°) ed ultima Agrigento (105°).
Tutto ciò vuol dire che nel 2020, in termini di popolazione, i Siracusani vivono con una qualità di vita piuttosto insoddisfacente.
Siamo costernati, amareggiati e perché no frustrati da una classifica che purtroppo ci vede compresi nell’ultima parte (per colpa di questa politica) quella che raggruppa le province dove la qualità della vita è giudicata pessima e dove servono quindi politiche nuove più efficaci per incrementare il benessere (non solo economico) delle comunità locali.
La qualità della vita di una persona è influenzata da vari fattori: alcuni sono sotto il suo diretto controllo, altri indipendenti. Tali fattori variano enormemente da persona a persona, da luogo a luogo, e mutano nel tempo.
La dimensione del tenore di vita dell’inchiesta comprende anche dati sul reddito medio pro capite e sulla ricchezza patrimoniale, oltre a affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione formazione capitale umano, popolazione, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con ben oltre 80 indicatori di base.
Mentre l’attuale politica si rifugia nelle superficialità senza affrontare di petto le problematiche territoriali e in merito alle istituzioni comunali si continuano a sprecare occasioni per reperire cospicui finanziamenti statali ed europei. Serve cogliere i temi negativi che emergono da questa ulteriore bocciatura ed utilizzarli come delle indicazioni per rimediare agli errori compiuti e fermare un declino di Siracusa che sta producendo effetti devastanti sul futuro dei nostri giovani.
Il principio della centralità del ruolo delle persone incide su ogni aspetto della qualità della vita. Coinvolge la libertà di pensiero, le convinzioni e i valori personali, il diritto all’autodeterminazione di ciascuno di noi. Le sue implicazioni sono ampie, a livello sociale, professionale e di intime relazioni così come di opportunità di essere parte attiva di una società. Trae spunto da riflessioni scaturite in numerosi contesti di sanità, welfare e ordinamento politico: tutte ci mostrano che la qualità della vita è migliore quando le persone possono prendere compiutamente parte inclusive alle scelte che influenzano le loro vite, quando ci si può prendere la responsabilità di se stessi. Questo vuol dire disporre delle giuste informazioni, competenze, opportunità e di una rete di coesione produttiva.
A Siracusa, in prossimo futuro, la qualità della vita deve incarnare un progetto concreto per il nostro territorio, ed è insieme un metro di misura che applicato al Paese permette di fare delle analisi interessanti riguardo al presente, al passato e anche all’ambiente, rappresenti uno degli indicatori per eccellenza per valutare la ricchezza in senso lato di un territorio.
A Siracusa occorre realizzare investimenti sostenibili, è una sfida non solo ambientale ma soprattutto culturale; occorre avere la capacità di farlo al meglio, a condizione che si esca dal conflitto della contrapposizione ideologica. E’ necessario intensificare in città il dialogo, sapere ascoltare le ragioni di tutte le parti: cittadini e categorie datoriali, questo potrebbe consentire di trovare nuove ed inedite soluzioni «condivise» di cui migliorerà sicuramente l’intera comunità Siracusana.

Un sorriso,
Joe Bianca