
Negli ultimi venti-trent’anni a Siracusa si sono moltiplicati i segnali di malcontento e insoddisfazione verso la politica, le istituzioni politiche e rappresentative.
Siracusa è agonizzante. La cronaca di tutti i giorni ci dice chiaramente che siamo nel baratro sociale di non ritorno. Siracusa è allo sbando si ritrova negli ultimi posti sulla qualità della vita e in altre classifiche. Siamo nel totale degrado e disagio sociale.
La città gestita da 15 anni dall’Amministrazione di Francesco Italia, prima da vice sindaco col suo ‘patrozzo’ Garozzo e successivi due mandati amministrativi, dopo Garozzo, Visentin, Bufardeci, Dell’Arte (sfiduciato dalla componente Spagna) e Fatuzzo etc.. (per non parlare della prima Repubblica dove Palazzo Vermexio conosceva solo la miserabile staffetta di un sindaco ogni sei mesi-un anno, opera democristiana mentre la città era senza alcuna programmazione futura). Siracusa rimane ancorata nel fondo delle classifiche, da meritarsi il pensiero del compianto collega Cartia il quale osava dire: ‘Siracusa persa era, persa è e persa sarà’ insomma un presagio difficile da scrollare con questi individui dal talento superficiale. E’ chiaro che molti dei soggetti che hanno sorretto le sorti al Vermexio sono stati eletti dai siracusani, quindi volontà popolare. Come recita un detto: ‘Chi è causa del suo mal pianga sé stesso’ è un proverbio italiano che significa che chi è responsabile della propria sfortuna o dei propri problemi dovrebbe prendersela con se stesso, piuttosto che lamentarsi con gli altri. In altre parole, è un invito all’auto-responsabilità.
Quanti secoli trascorsi di storia vuota, di gente scarsa che ha governato Siracusa di non essere riuscita nel riscatto storiografico, sociale ed economico. Perché dovete sapere che quando Roma nacque, Siracusa già lo era, e quando Siracusa fino al 900 era capitale dell’Isola, Palermo era un rione arabo, inesistente. Direte voi è storia dimenticata. E’ no! Non accettiamo il disfattismo del nostro territorio ceduto con facilità e fatalismo per l’istituzione di Ragusa. Noi non ci stiamo a fare piaggeria, vogliamo il trascorso abbandonato con gli interessi.
Ahimè, siamo arrivati ai giorni nostri ad un punto di non ritorno: è necessaria una insurrezione popolare: una «Rivoluzione Culturale» di sconvolgimento politico e sociale, direi è quasi scontato. Cavalchiamo le nostre coscienze e conoscenze contro l’impoverimento del nostro territorio in coincidenza con il grande momento di crisi che stiamo attraversando, è in atto un profondo cambiamento della società, paragonabile a quello che si ebbe a suo tempo con la Rivoluzione industriale. Un cambiamento alla cui base si trovano le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Quella che di fatto si sta delineando è la futura società della conoscenza.
Un processo che inizia a profondersi nelle nostre zone nelle coscienze di ognuno di noi, che si sta verificando in tempi così rapidi, sub-generazionali, da rendere la gestione del cambiamento stesso estremamente faticosa e complessa per via di una certa grettezza mentale ed una limitazione di vedute in approcci relazionali.
La città non può essere gestita da certa politica ‘spazzatura’ brava a curarsi il proprio orticello elettorale sovvenzionandosi, a quanto pare, di testate locali come radio e giornali on line con i soldi delle tasse dei cittadini. Testate on line che antecede il nome di Siracusa, compiacenti che si sono arricchite in questi 15 anni con un primo cittadino ‘spendaccione’ con i denari dei siracusani i quali si chiedono se la magistratura esiste a Siracusa? Presunti eventi patrocinati dal Comune e presunta pubblicità diretta ai mezzi di comunicazione amici che guarda caso promuovono solo loro, ma a Siracusa esiste la connivenza politica-stampa?
E’ chiaro che la vera stampa libera deve esercitare il proprio ruolo con massimo rigore, la sentinella della libertà di opinione, sorretta da forze sane della società.
Nell’ex Provincia sono emerse tensioni politiche in seguito all’appoggio a Giansiracusa: un’alleanza considerata “trasformista” e contestata da FdI-FI-PD ufficiale ed esponenti di Sinistra Italiana.
Siracusa mostra dunque una politica fortemente trasversale, con presunte forze tradizionali e civiche che si mescolano per obiettivi elettorali, gestionali o su progetti concreti. Proprio questa mescolanza è oggetto di tensioni – interne ed esterne – su identità, coerenza e interesse pubblico.
Siracusa è praticamente allo sbando ma è davvero strano come l’attuale classe dirigente (così affannata nel difendere la poltrona peraltro molto bene retribuita) non si curi del futuro della città. Quando, tra qualche tempo, si farà la storia di questo lungo periodo di governo di Francesco Italia, in pratica 15 anni se comprendiamo anche i 5 in cui è stato vice del sindaco Giancarlo Garozzo, troppo impegnato a nominare assessori oscuri personaggi anche di cittadine della provincia, il giudizio non potrà che essere molto negativo.
In pratica si sfrutta soltanto un’ondata di super turismo che non è certo merito del sindaco Italia e compagni ma di una congiuntura internazionale che vede premiata l’Italia e il meridione in particolare. I prossimi giorni potrebbero finalmente essere quelli buoni per il tante volte annunciato rimpasto (anche in questa situazione molta fuffa e poca sostanza). Riuscirà lo scendiletto e docile Edy Bandiera a rispettare il suo impegno d’onore con Alessandro Spadaro assicurandogli il posto di assessore che attende praticamente dal giorno dopo delle elezioni? Se non ci riuscisse “massacrerebbe” non solo la credibilità del buon e sempre fiducioso Spadaro ma soprattutto la sua: per salvare il suo posto non rispetterebbe i patti con i suoi amici più fedeli.
Riuscirà Giuseppe Carta a piazzare un altro assessore (Luciano Aloschi e/o Sergio Bonafede) al Vermexio e un altro suo uomo al vertice della nuova società delle acque, che per ora brilla per la sua Assenza? Riuscirà il sindaco Francesco Italia a non mortificare ancora di più le donne di questa città accrescendo la presenza in giunta di componenti di sesso femminile e non di una sola, inserita solo perché lo impone la legge?
Riuscirà l’opposizione (o almeno una parte di essa) ad essere finalmente credibile? Fino ad oggi, per la prima volta nella storia del Comune, non è riuscita ad ottenere nulla per i siracusani.
Un sorriso,
Joe Bianca