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Mercato di Ortigia in crisi, l’eccellenza di Siracusa muore

«The Ortigia market slips away», il mercato di Ortigia scivola via per la totale insipienza dell’Amministrazione Francesco Italia. Il mercato di Ortigia è un luogo di grande richiamo dal punto di vista turistico, ma anche un luogo centrale per l’economia della città.
E proprio dai commercianti, che per alcuni non hanno voce e che magari preferiscono non esporsi, che giungono pressanti richieste di intervento.
Basterebbe che il sindaco, una mattina, anziché alzarsi tardi, andasse a fare un giro per il mercato per rendersi conto che sono lamentele più che legittime e che richiedono un intervento immediato, senza considerare che diverse amministrazioni negli anni sono intervenute stanziando finanziamenti importanti che risultano a questo punto sprecati in mancanza di una strategia di mercato e visione turistica.
Qualche buontempone nel passato proponeva, senza un progetto concreto, la riattivazione del collegamento via mare, con i tipici gozzi siracusani, tra lo sbarcadero santa Lucia e riva della Posta. La presunta idea prevedeva una sovvenzione da parte dei Comune ai barcaioli (“i soldi potevano arrivare dalla tassa di soggiorno”) ma dovevano dimostrare di avere lavorato almeno 300 giorni l’anno, e la stesura di uno specifico regolamento anche per indicare i requisiti di scelta dei barcaioli. Il servizio avrebbe favorito una mobilità ecocompatibile alleggerendo il traffico su gomme; aiutando i commercianti del mercato di via De Benedictis. Un’attrattiva per i turisti anche a vantaggio della borgata santa Lucia; offrendo nuove opportunità occupazionali anche per l’indotto (questo argomento l’abbiamo trattato con dovizia di particolari su Libertà lo scorso 27 novembre).
La classe politica siracusana fatta per lo più da presunti rigattieri (senza offesa alla categoria) hanno smarrito il senso d’orientamento turistico e non percepiscono che il mercato di via De Benedictis è inserito nel tour delle meraviglie della città. Non c’è turista, singolo o in gruppo, crocerista o forestiero ‘faidate’ che non faccia una puntatina al “Suq” vicino al tempio di Apollo. Il ‘Suq’ nell’Islam classico denota mercato che conserva tutto il fascino con i suoi «vanniaturi», il richiamo dei venditori dalle belle voci stridule per catturare l’attenzione dei compratori ed evidenziare le proprie merci.
Un tempo era rituale recarsi a fare la spesa a ‘Sarausa’, così come era definita nel lessico locale. Massaie, pensionati, dipendenti di enti e di altre istituzioni, oggi dislocati nella parte alta della città, al mattino, con maggiore concentrazione nelle prime ore ed alla chiusura degli uffici, affollavano Via De Benedictis e le arterie che la intersecano, dove venivano allestite bancarelle di prodotti alimentari freschi, il pesce in primis, ma anche di altre categorie merceologiche no deperibili, dove soffermarsi era un piacere, per la varietà e la qualità offerte, nonchè per il risparmio garantito. Oggi, purtroppo, appare un’immagine sfocata e desolante la panoramica di questo luogo ricco di storia, folklore, rallegrato in passato dai commercianti «vanniaturi», e dai loro sketch improvvisati per intrattenere la clientela.
La crisi e la pandemia hanno accentuato la decimazione delle attività, assieme all’eccessiva tassazione a carico dei dettaglianti, il turismo pressoché zero, il trasferimento nel tempo di molti uffici pubblici in altre zone della città, il decremento della popolazione residente, hanno prodotto un graduale processo di desertificazione della storica area mercatale, la cui vitalità è ridotta al lumicino. Molte delle attività, tramandate da diverse generazioni, non hanno retto all’inclemenza del momento chiudendo i battenti. Diversi, infatti, sono le serrande abbassate e gli spazi rimasti vuoti tra il bancone di un ambulante e l’altro. Ma il grande male della città consiste in una politica pandemica che si chiama amministrazione Francesco Italia che sta spazzando tutti via come ci riferisce un reduce turista inglese: «The Ortigia market slips away», il mercato di Ortigia scivola via.
La politica a Siracusa è stata la zavorra dello sviluppo, la realizzazione di un progetto serio e concreto di una nuova immagine, più armonica ed identificativa del luogo.
Ricorreva il mandato dell’ex sindaco Visentin, l’ennesimo dissacratore della città, il quale si era inventato l’acronimo AMO che stava per indicare: Antico Mercato Ortigia, il quale doveva diventare un vero e proprio marchio, da diffondere in tutto il mondo e anche oltre, lo dovevano sapere anche gli extraterrestri.
I commercianti dovevano utilizzare salopette o grembiuli con il logo, come a scuola, impresso anche sulle shopper, le buste che contengono la spesa. Peccato che ogni idea velleitaria, senza un progetto di fondamento e la capacità di portarlo a termine è finita in una stupidata come sono abituati questi politici ‘chierichetti’ della chiesa retta da padre Falsaperla senza acquasantiera.
Questo presunta idea viene adottata dalla giunta successiva, da un manipolo di scienziati, retta dall’ex sindaco Garozzo. «Inseriremo l’attuazione di questo progetto nel bilancio 2014 dell’Ente» si disse. «Per l’igiene condividiamo le lamentele inoltrateci, sicuramente il gestore del servizio di igiene dovrà adottare sistemi diversi da quelli attuali, che prevedono l’utilizzo dei soffiatori che spesso fanno finire parte dei rifiuti dentro le grate, intasando le condutture e provocando le esalazioni maleodoranti di cui si parla. Altra idea è quella di creare un percorso unico con la struttura dell’Antico Mercato di Ortigia al coperto, organizzando serate a tema, laboratori del gusto, con al centro la promozione delle eccellenze del paniere agroalimentare siracusano (e a fine serata i fuochi pirotecnici).
Nel 2015 arrivano novità al mercato di Ortigia: con l’apparizione 59 carrelli della spesa (diciamo apparizione perché dopo poco tempo scomparvero). Per evitare che i clienti dello storico mercato si carichino di buste portando la spesa fino all’auto, magari parcheggiata distante, l’amministrazione comunale aveva deciso di acquistare carrelli per quasi 7 mila euro e aveva già individuato i fondi in bilancio, Insomma questi presunti scienziati del marketing aveva sorpreso tutti, anche le formiche che ringraziavano.
Correva l’anno 2015, i carrelli, per mano furtiva, non vennero rimpiazzati lasciando orfana la struttura che doveva custodirli a fare bella mostra di sé.
Intanto a breve iniziava la stagione del flusso turistico e di viaggiatori nella nostra città e il mercato di via De Benedictis come è noto diventava una delle peculiari attrazioni, legate alle antiche tradizioni economico-culturali nonchè storiche e folkloristiche della città, con la politica che aveva partorito il classico topolino.
Nel 2016 il mercato di Ortigia protagonista sul «The Guardian». Gli scorci, le urla e gli odori del mercato di Ortigia. Il co-curatore della nuova mostra siciliana al British Museum, Dirk Booms, racconta sul famoso “The Guardian” uno stralcio dell’antica vita dell’isola. Booms descrive il mercato come “un luogo suggestivo e stranamente nostalgico che visita spesso in Sicilia e per il quale era disposto a svegliarsi prima delle 7 del mattino”. Una tipologia di mercato tipica nella città più grandi della Sicilia, anche se sempre più in disuso, ma non a Siracusa, dove il mercato è ancora oggi un’attrazione e una tappa obbligatoria per chi voglia vedere con i propri occhi il cuore della città.
Intanto manca costantemente la manutenzione: le caditoie, che dovevano captare le acque di scolo delle attività commerciali, non venivano pulite regolarmente. L’attuale amministrazione Garozzo aveva dimostrato di non essere sensibile a tali problematiche anzi, si sospettava che volesse la morte fisica del mercato storico d’Ortigia. Si faceva dunque appello alla sensibilità del sindaco, nella sua qualità di responsabile della Salute e dell’Igiene urbana del comune di Siracusa, e all’Asp anch’essa deficitaria e distratta rispetto alle problematiche relative all’igiene nell’area mercatale.
Altra idea dagli scienziati interplanetari della giunta Garozzo sostenevano che il mercato storico di Ortigia doveva aprire anche la notte. Agli operatori del settore alimentare e non che svolgono la loro attività all’interno dell’area mercatale di via De Benedictis, Giaracà, Lanza, in piazza Cesare Battisti e via del Mercato, nonché ai titolari di licenza con attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico nelle medesime vie, l’amministrazione comunale ha consentito, al fine anche di svolgere contestualmente manifestazioni musicali e canore previa autorizzazione fino al 30 settembre, di poter effettuare le vendite dalle 8 alle 24, con sospensione dalle 14 alle 15, per consentire la pulizia giornaliera dell’area e contestualmente viene ordinata la chiusura alla circolazione veicolare. Passata la digestione, dimenticato tutto.
Siamo in piena campagna elettorale e ‘Progetto Siracusa’ solleva il problema della mobilità. “Le navette non sono mai state aggiunte laddove un tempo esisteva la vecchia fermata AST per coloro che usavano, o avrebbero potuto usare questi famosi carrelli. Quindi l’aver tolto la fermata nelle adiacenze di questa pensilina è il vero danno per le persone anziane che, comunque, sono le più numerose e affezionate a questo mercato, o forse lo erano e adesso c’hanno rinunciato. Un servizio tolto, e denunciato più volte dalla Circoscrizione di Ortigia, che non è stato più reinserito”.
Nel 2018 con l’avvento del sindaco Italgarozzo giunge a conclusione: «Altre quattro strade del centro storico, tutte nell’area del mercato di Ortigia, diventeranno zone pedonali. Si tratta delle vie De Benedictis, del Mercato, Giaracà e Lanza, che saranno proibite alle auto a partire dai prossimi giorni, dopo la posa della segnaletica. Il provvedimento, emesso oggi dal settore Mobilità e trasporti, è il frutto di una delibera di giunta municipale approvata venerdì scorso.
L’ordinanza consente delle deroghe: nelle ore di mercato potranno transitare e sostare i mezzi dei commercianti per il tempo necessario al carico e allo scarico della merci; nelle stesse ore potranno invece sostare i mezzi degli ambulanti utilizzati per la vendita.
Per Francesco Italia, “si tratta di una decisione che, come tante approvate in questi anni, è destinata a portare decoro e, dunque, a migliorare la qualità delle vita. L’esperienza ci dice che lì dove abbiamo adottato misure simili migliora la qualità della vita dei residenti e si creano occasioni per l’economia» (da fare morire il mercato di Ortigia).
Ad ottobre 2018 il notiziario on line francese TF1 la descrive il mercato come “una destinazione piena di storie e leggende. Siracusa offre una lista infinita di luoghi indimenticabili, dalle rovine antiche ai palazzi barocchi, da visitare con la famiglia, con gli amici o da soli”.
Arriviamo al 15 novembre 2019, il mercato di Ortigia lentamente perde splendore, Siracusa perde una delle sue icone, scompare Carmelo Cappuccio, volto e voce nota del mercato di Ortigia di via De Benedictis. Lui insieme con il fratello da tempo gestiva la storica e omonima pescheria del mercato, tappa fissa per i siracusani ma anche e soprattutto per i tanti turisti che si sentivano coinvolti dal suo “richiamo”.
Nel corrente anno: “Lo storico mercato di Ortigia di via De Benedictis, rischia l’estinzione“. È quanto afferma il Presidente della Consulta Civica di Siracusa Damiano De Simone, negli ultimi giorni raggiunto da diverse segnalazioni da parte di alcuni commercianti che ancora resistono per amore della tradizione mercatale di Siracusa.
Per il presidente della Consulta civica le ultime misure di contrasto alla sosta abusiva delle auto, messe in campo dall’Amministrazione comunale con lo street control “non hanno dato seguito ad alcuna strategia in favore di una viabilità e mobilità pubblica capace di soddisfare l’esigenza di commercianti e consumatori, ulteriormente osteggiati dalla presenza invadente delle ormai sole strisce blu e dall’assenza totale di bus navetta che, in relazione al contesto, andrebbero riattivate con criteri volti a mettere in relazione consumatori e commercianti, istituendo apposite fermate ed allargando le tratte alle zone alte e periferiche della città”.
Il Covid-19 prende il sopravvento, quei pochi commercianti sono allo stremo. Le aree destinate a mercato vengono sanificate non appena i commercianti smontano i loro banchetti per ripristinare la situazione igienica dei luoghi. Il volume d’affari si è ridotto al lumicino.
L’ultimo lampo di luce giunge dalle telecamere di Linea Verde tornano a Siracusa per un tour tra le eccellenze aretusee. Immancabile la tappa nel colorato mercato di Ortigia di via De Benedictis, con i suoi profumi speziati che ricordano il breve periodo di dominazione araba e le delizie della pasticceria siracusana che incontrano la leggenda. La storia della Cuccìa di Santa Lucia, dolce tipico della tradizione siracusana a base di grano cotto e ricotta dolce la cui origine risale al 1763, anno della grande carestia che si abbatté sulla città e che venne fermata da una nave carica di grano miracolosamente approdata al Porto.
Ed intanto il sindaco pro tempore Italia firma provvedimenti di limitazione d’ingresso in Ortigia, inibendo via Malta, corso Umberto con le piste ciclabili e con la definitiva morte non solo del mercato di via De Benedictis ma del centro storico per la felicità dei sostenitori, di tutto il proselito elettorale, come dice qualcuno, degli «squadristi ambientalisti» che vogliono l’imbalsamazione e la morte di Siracusa.

Un sorriso,
Joe Bianca