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La verità su 60 anni di sindaci mediocri: la città nel baratro

Siracusa non c’è un solo sindaco che si salva: sono responsabili di tutti i peccati umani. È proprio così, cari lettori. Vi siete resi sinceramente conto della responsabilità di tutto e di tutti, che le cose stanno realmente così, e che tu cittadino sei anche davvero colpevole di tutto e per tutti nel dare consenso alla politica di governare. Se invece scarichi la tua pigrizia e la tua debolezza addosso agli altri, finirai con l’inquinarti di superbia satanica e col metterti a mormorare contro Dio, altro che il pianto della Madonna, Santa Lucia, San Paolo e tutti i santi del Paradiso, non potrai redimerti, finirai all’inferno con a seguito la catasta dei sindaci passati e futuri.

Certo, una crisi di tal fatta a Siracusa non si determina da un giorno all’altro, è la conseguenza di decenni e decenni di cattiva gestione a Palazzo Vermexio e non lamentiamoci se i giovani fuggono. E noi come stampa (sempre ‘in solitaria’) abbiamo denunciato, per esempio, ‘i malgoverni passati e recenti, dal 1960 al 2018 e che ha portato il territorio e la società siracusana allo sfascio.
Questa amministrazione poi… per carità di Dio.

Certo, chi venne dopo avrebbe dovuto avviare un’azione di risanamento, invertendo drasticamente la rotta amministrativa (ad onore del vero qualcuno nel tempo, anche spinto da innovazioni legislative, ha provato almeno a fare ordine e chiarezza nella massa debitoria al comune). Ma, come capita spesso, la continuità amministrativa e l’odore inebriante della vittoria non ti fanno arrivare alla giusta determinazione. Soprattutto se non c’è chi tecnicamente ti mette nelle condizioni di ‘conoscere per deliberare’ (a volte anche puntando necessariamente i piedi per terra). Per la verità, anche quando si sapeva (perché alcuni sapevano e dichiaravano), una volta raggiunta l’agognata e ben retribuita cadrega, ci si è accomodati, scordandosi del passato.

La città gestita dall’Amministrazione del sindaco Francesco Italia e prim’ancora dell’ex Garozzo, Visentin, Bufardeci, Dell’Arte e Fatuzzo etc… (per non parlare della prima Repubblica dove Palazzo Vermexio conosceva solo la staffetta olimpica di un sindaco ogni sei mesi-un anno, opera Democristiana, mentre la città sprofondava ed era senza programmazione futura).
Diciamolo chiaramente, senza giustificazione ad alcuno, Siracusa ha avuto sempre sindaci scarsi-mediocri.

Invitiamo a chiudere gli occhi per un raffronto della Siracusa anni ’60 e quella di adesso, è pressoché identica se non peggiorata, una fotocopia in chiaroscuro (escluso insignificante variante di viabilità riqualificata…); con l’aggravante di trovarci un ‘Territorio-Spezzatino’: con le frazioni di Belvedere e Cassibile abbandonate; i rioni di Villaggio Miano; Tivoli; Mazzarrona; Bosco Minniti; Grottasanta; Tremmilia; Pizzuta; Targia; area santa Panagia; area via Elorina; contrada Isola; area Terrauzza-Plemmirio; Fanusa; Arenella; area Asparano-Ognina; area Fontane Bianche e così via…
Suicidio collettivo.

I politici del tempo con l’appoggio di taluni cittadini, hanno massacrato il territorio con un enorme disagio per l’intera popolazione.
Lo sappiamo testè scritto fa male, molto male, ma la verità fa sempre male: occorre denunciare. Siracusa è un capoluogo formato da tanti nuclei urbani satellitari disuniti tra loro è sono senza servizi, senza marciapiedi e nuove strade, inoltre con le acque piovane si trovano immerse nelle paludi, senza illuminazione pubblica, senza trasporti, senza… un disastro inoltre disorganizzato.

La storia del degrado urbanistico del territorio di Siracusa iniziò praticamente con l’adozione del primo Piano Cabianca del 1953 dove si ipotizzava il raddoppio della popolazione urbana ogni trent’anni per cui, dopo il 2000, Siracusa avrebbe potuto avere fino a 300.000 abitanti. Invece nulla di tutto questo. Negli anni ’50 Ortigia contava 24mila abitanti. Nel ’67 scende a 16mila, oggi conterebbe meno di tre mila residenti.

Il piano Cabianca viene adottato nel 1956 e poi nel 1961. Successivamente nel 2004 la delibera del Consiglio comunale approvava il Piano regolatore generale redatto dal prof. Bruno Gabrielli che poi, tra osservazioni e discussioni, nel 2007 diventa ufficiale, così come previsto dal decreto regionale. Sindaco allora era Titti Bufardeci, mentre il suo vicesindaco era Fabio Granata. Il Prg in questione prevedeva un’edificazione di 2,2 milioni di mc. residenziali da realizzare essenzialmente all’interno della città consolidata o negli spazi interstiziali oggi liberi. Con questa operazione le abitazioni esistenti automaticamente si sono deprezzate.
Quanti errori incalcolabili e indecisioni imperdonabili, senza una visione lontana di uno sviluppo sostenibile prospettico. Ignoranza regna sovrana a qualunque latitudine in questa città.

Decenni e decenni gettati alle ortiche con politici scarsi, parolai e inconcludenti sul Piano regolatore e PPO, Piano del porto incompleto con il relativo porto e a Baia di Santa Panagia che oggi fanno parte dell’Authority portuale di Augusta sede e mente pensante Catania ‘magna-magna’: il porto turistico Marina di Archimede fallito, porto Spero bloccato da una politica ignava, aeroporto turistico di terzo livello con tre studi di fattibilità, individuazione dell’area nel Prg e Comune socio dell’Aeroporti Spa che hanno fatto fallire, la linea ferrata dove sviluppare la metropolitana di superfice (quelle che sono nate dopo: Messina, Palermo, Catania e adesso Ragusa) smantellata miseramente per costruire un misero budello di strada scollegata e intasata.

La tanto decantata nuova via del mare si è infranta sugli scogli della scarsa politica.
Dalle colonne di Libertà avevamo lanciato diversi lustri fa con fiumi di inchiostro la progettualità dell’aeroporto e metropolitana di superfice, anche bretelle-svincolo a servizio della zona Sud d’innesto sull’asse Siracusa-Cassibile trasformandola in una mini tangenziale di Siracusa. Fino adesso orecchie sorde. Un altro flop è costituito dal Consorzio Universitario che doveva servire alla costituzione di un centro studi accademico, dopo aver perso la facoltà dei Beni Culturali, la Facoltà di Architettura perde iscritti e appel sul terreno e adesso corsi di infermieristica per venire in soccorso a morti e feriti siracusani sulla via di Damasco.
Assenza dell’area artigianale, piano commerciale, piano utilizzo del demanio marittimo spiagge mai approdato al consiglio comunale, trasporti pubblici (vedi metropolitana-gommato assente), Nuovo ospedale (?!?), il Piano particolareggiato di Ortigia, per il quale è stato fatto più volte revisione ma mai realizzato il vero PPO, mai stato portato in consiglio comunale e al quale sono stati spesi 300-400 mila euro. Le lacrime di coccodrillo sulla città le lasciamo ai politici falliti e ai siracusani ‘venduti’; coloro i quali ancora aspirano inconcludentemente a progettare il futuro di Siracusa.

Insomma, Siracusani, volete farvi entrare in testa che occorre una Rivoluzione culturale o forse sarebbe più opportuno gridare al mondo intero che Siracusa aspira ad una Rivoluzione Copernicana da fare tremare le vene ai polsi a tutti? Ma ahimè, diciamolo chiaramente, i Siracusani non sono capaci, non sono come i catanesi, non hanno coraggio o forse sono collusi con certi ambiti di piccolo cabotaggio politico, miserabili, bravi solo a lamentarsi e dare la preferenza ai soliti incapaci. Mah!
Con franchezza ci viene costantemente il voltastomaco…

Possiamo dire senza ombra di dubbi che la democrazia cristiana era forse ‘ostaggio’ dei palazzinari di quel tempo dove facevano il bello e brutto tempo. Alla dipartita del 4 dicembre 2020 dell’ex sindaco Tedeschi è emerso dai familiari che lui salvò Piazza san Giovanni dalla speculazione edilizia e per questo pagò il prezzo delle sue dimissioni (dunque di che parliamo, più dimostrazione di questa affermazione).
Sindaci ‘collusi?’ ma votati dai siracusani su cui ricade tutta la responsabilità.
Insomma era il periodo del boom economico-edilizio dove gli investimenti davano alla testa e alla ricca tasca di qualcuno. Ricattati e venduti?

Ma ecco i sindaci DC di prima Repubblica
• Raffaello Caracciolo, dal 21 marzo 1957 – 5 febbraio 1965 (2 mandati)
• Antonio Giuliano, dal 6 febbraio 1965 – 9 maggio 1966
• Vincenzino Tedeschi, dal 10 maggio 1966 – 31 gennaio 1967
• Gaetano Costa, dal 1-2-1967 – 5 aprile 1968
• Antonio Giuliano, dal 6-41968 – 22-12- 1971
• Marcello Sgarlata, dal 18-12-1971 – 22-3-1972
• Luigi Foti, dal 23-3-1972 – 28 dicembre 1973.
• Concetto Rizza, dal 27 febbraio 1974 – 9 agosto 1978;
• Benedetto Brancati, dal 9-8-1978 – 23-3-1981;
• Gaetano Tirantello, dal 23-3-1981 – 21-2-1983;
• Aldo Salvo, dal 23 maggio 1983 – 4 agosto 1984;
• Fausto Spagna, dal 4 agosto 1984 – 6 maggio 1986;
• Concetto Lo Bello, dal 19 giugno 1986 – 30 novembre 1986; una menzione di merito, dimessosi incompatibilmente per la carica parlamentare;
• Fausto Spagna, dal 30 novembre 1986 – 7 marzo 1989;
• Salvatore Barberi, dal 7 marzo 1989 – 4 luglio 1990;
• Gaetano Bandiera, dal 4 luglio 1990 – 23 novembre 1991, (fautore della costruzione del Passeggio Talete nonché della costituzione della Sogeas nel 1991, risultata poi fallita);
• Litterio Aldo Gilistro, dal 23 novembre 1991 – 11 luglio 1992;
• Francesco Cirillo, dal 11 luglio 1992 – 13 marzo 1993;
• Vincenzo Di Raimondo, dal 13 marzo 1993 – 28 giugno 1994.

Ed ecco i Sindaci di seconda Repubblica
• Marco Fatuzzo (dal 1994 al 1998) che eredita un’amministrazione pesante e lacunosa dai suoi predecessori, che tutti lamentano; nonché l’inaugurazione del nuovo Tribunale nel 1995 finanziato dal Ministero Grazia Giustizia;
• Enzo Dell’Arte (dall’8 giugno 1998 – 27 luglio 1999) solo per un breve periodo amministrativo, poiché sfiduciato dal gruppo DC, facente capo a Fausto Spagna;
• Giambattista Bufardeci (dal 1999 al 2008), due mandati amministrativi cui ha goduto dei fondi Ue del Piano Urban lasciati dalla giunta di sinistra Fatuzzo (esclusa nel suo 2 mandato vedete la stranezza dei siracusani anziché premiare boccia Fatuzzo, reduce del nuovo PRG nel 2007, aeroporto 2008 e ponte s. Lucia;
• Roberto Visentin (dal 2008 al 2012), sindaco senza portafogli, poiché il suo predecessore, a quanto si dice, avrebbe lasciato vuote le casse comunali, lasciando anticipatamente l’incarico nonché tutte le pendenze incluso l’ostico contratto IGM, demolizione cintura ferrata con la mancata costruzione metropolitana di superfice, la messa in liquidazione della società dell’Aeroporto di Siracusa e aver dato avvio al restauro del teatro comunale;
• Giancarlo Garozzo (dal 2013 al 2018) è il sindaco che avrebbe pagato il prezzo più alto con la vicenda giudiziaria ‘Frontino’ con un risarcimento milionario costretto a svuotare le casse del Comune con oltre 2,8 milioni di euro con un procedimento giudiziario che poi è stato annullato, (risultato ‘improprio’, attualmente è in corso un’azione legale per il recupero delle somme elargite, e chissà in quali paradisi fiscali sono finite quelle somme) e ricordare la continuità del progetto porto ed altre iniziative, nonché la demolizione del ponte Calafatari, riapertura del teatro comunale e la costituzione di Siam nel 2015;
• Francesco Italia (dal 2018 al 2023). Da vice sindaco e assessore non aveva sfigurato e con il primo mandato di sindacatura con l’auto eliminazione colpevole del Consiglio comunale, vuoto a perdere (vedi editoriali precedenti). Escluso sentenze di pagamento per debiti pregressi (vedi IGM e Vicenda Sogeas), da evidenziare il fallimento delle piste ciclabili e del presunto ponte ciclabile inutilizzato ed ancora transennato con cantiere aperto) risalta la controversa vicenda dell’utilizzo improprio del Teatro greco. Basta andare a leggere la relazione relativa alla fine del primo, disastroso mandato (reperibile nel sito ufficiale del Comune) per rendersi conto che, oltre a nominare una pletora di assessori (addirittura una ventina) Italia non è riuscito a concludere nulla neppure per uno dei punti principali del suo programma: Siracusa città accessibile. Ed invece la disseminazione di discutibilissime piste ciclabili ha reso la nostra città invivibile. Un altro esempio del fallimento? La persistente chiusura di Casa Monteforte, nonostante i finanziamenti più volte annunciati e fondi del PNRR (vedere il portale). Per non parlare del fallimento della candidatura a Capitale italiana della cultura, del fallito waterfront di via Elorina, del Calafatari e della Madonna delle Grazie di via Grottasanta. Discorso a parte merita il riferimento alla Caserma dei Vigili del fuoco finanziata dalla Regione il cui attuale sindaco non ha promossa nessuna battaglia legale, come la stessa sorte per il nuovo Ospedale di Siracusa, il cui sindaco è stato fino adesso un soggetto passivo, nullo. Perché non parlare del viadotto della Targia demolito per essere ricostruito come importante via di fuga e di cui non si parla più. Transeat la riqualificazione presunta di via Tisia e dintorni: da vergognarsi.

La conseguenza di svariati decennidi cattiva gestione a Palazzo Vermexio

Come avete potuto leggere, la città ha avuto una squadra di sindaci da retrocessione come lo è la città di Siracusa (alla quale rimane solo la storia millenaria gloriosa in parte calpestata dai palazzinari ignoranti e senza scrupoli). Questi Sindaci sono da ricordare solo in un angolo della nostra retrograda memoria, appartengono alla storia gretta di questa città e dei suoi abitanti «accademici ignoranti accattoni?» e dei fantasmi del passato che qualcuno ancora aleggia con orgoglio. E’ chissà se questi siracusani si meritano questi sindaci ‘fantasma’.

Ripugnanza Abusivismo edilizio sfrenato senza PRG

La storia del degrado urbanistico del territorio di Siracusa iniziò praticamente con l’adozione del primo Piano Cabianca del 1953, ben presto naufragato in quanto considerato troppo inadeguato e limitativo. Dopodiché subentrò un regime di ‘vacatio’, di studi con programmi di fabbricazione abortiti negli anni ‘60, di sviluppo caotico che la moratoria della legge 756/68 consentì.
Discussi protagonisti di quella stagione di speculazione – operata senza un piano regolatore e giustificata dall’esigenza di ‘riparare’ i danni provocati dal secondo conflitto mondiale, edificando 27.000 vani fra il 1956 ed il 1958: fu responsabile il sindaco Raffaello Caracciolo ed alcuni assessori comunali ai lavori pubblici, strettamente legati a contigui gruppi di palazzinari senza scrupoli (Caracciolo, morto nel 2009, ricordato come ‘uno degli artefici della rinascita (?!?) della città in anni difficili, anni in cui chi amministrava doveva farsi carico anche delle esigenze di una popolazione bisognosa di tutto e piegata dal conflitto’) con annessi e connessi, (qualche anno addietro gli è stata dedicata la sala del sindaco… immeritatamente), politici di oggi senza coscienza.
Quella stagione di devastazione incontrollata in una delle città a più alta concentrazione di beni archeologici dell’isola cominciò nel 1956, con una prima lottizzazione fra viale Zecchino e corso Gelone: qui il cemento cominciò a prendere il posto di giardini e ricchi terreni agricoli.

Il racconto dello studioso Giuseppe Agnello elenca gli abusi partendo da Ortigia, ‘colpita da una progressiva forma di deformante alopecia che va facendo, un po’ dappertutto, dei vuoti paurosi. Ed è in questi vuoti che la speculazione s’insedia sovrana e dirige, incontrastata, le sue campagne di conquista’.
La denuncia del prof. Giuseppe Agnello sull’indiscriminata avanzata del cemento a Siracusa non servì a frenare gli abusi.
Soltanto il 7 maggio del 1976 infatti – 12 anni dopo quel reportage pubblicato su ‘Le Vie d’Italia’ – sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana sarebbe comparsa la legge n.70 sulla ‘Tutela dei Centri Storici e norme speciali per il quartiere Ortigia di Siracusa e per il centro storico di Agrigento’: (artefici della normativa gli on.li Sergio Sallicano e Salvatore Corallo) uno strumento legislativo giunto in ritardo e che, per nuove insipienze e lungaggini della burocrazia, avrebbe trovato applicazione quando il volto di Siracusa mostrava già le incancellabili cicatrici di vecchie ferite speculative.

Successivamente nel capoluogo, la maggior parte degli immobili abusivi sono individuati nelle zone balneari della Fanusa, Fontane Bianche, Arenella e Ognina, mentre in città la parte più consistente si registra nella zona della Pizzuta, Villaggio Miano, Carancino e Tremilia. La zona nuova della città irriconoscibile con palazzi e proprietà recintate come gli indiani, senza identità di città con strade reticolari.

Chi pagherà per tutto questo? Il decadimento della Siracusa odierna senza sviluppo, con i giovani che emigrano verso nuovi lidi produttivi nell’alta Italia. Ricordiamo l’impoverimento demografico che da 124 mila abitanti la città oggi ne conta circa 115 mila. Ogni anno Siracusa registra 1000 morti a fronte meno di 700 nascite. Infine il Sole 24ore (quotidiano di economia) che relega la città da due decenni negli ultimi posti di classifica nazionale delle città.

La cosa che emerge agli occhi che la maggior parte di costoro sono state titolate immeritatamente vie e insignite rotatorie come atto meritorio della loro nullità (questa la cognizione e scelta dei siracusani mediocri).

Imparare dagli errori: il significato di ‘piangere sul latte versato’ è solo assoggettato ad un caso isolato, toh! anche due, ma non sempre e perenne per sessant’anni di inutili sindaci.

E’ allarmante, un fatto gravemente endemico, insito nella popolazione siracusana che non riesce a esprimere il sindaco giusto e sbaglia sempre, indecisa, confusa e destinata ad una condanna eterna.

E’ la cronaca.
La permalosità abita in questa città. Chi scrive tutto questo? Nessuno.

Un sorriso,
Joe Bianca