L’epoca attuale di Siracusa è il tempo della mediocrità aurea e dell’insensibilità, della passione per l’ignoranza, della pigrizia, dell’incapacità al lavoro, e dell’aspirazione a trovare tutto bell’è pronto. Nessuno pensa. A Siracusa di rado si trova qualcuno che concepisca un’idea un progetto serio di sviluppo per la città, viene boicottato per invidia. I siracusani sono solo dei sognatori? Pensano in grande e vivono nelle fiabe come il sindaco Italia. Insomma il popolo dei Siracusani è pessimista rassegnato? Fino adesso parrebbe di sì. Non riesce ad avere una forza uguale e contraria all’Amministrazione Italia, per protestare all’unisono con striscioni e cartelli davanti a Palazzo Vermexio e invocarne le dimissioni con seguito esposto-petizione popolare da consegnare al Prefetto.
Per favore basta con i piagnistei, siracusani per favore, evitare di fare i ‘ridicoli’ occorre essere seri. Occorre una seria protesta popolare contro gli oppressori del degrado sociale.
L’ADESIONE AL BANDO
L’ultima trovata pubblicitaria elettorale messa in atto da questa «squallida amministrazione» per raggirare la buona fede dei siracusani, per le sue inadempienze, la città è nel baratro, è stata quella di aderire al bando indetto dal Ministero della Cultura per partecipare al titolo di ‘Capitale italiana della cultura’ per l’anno 2024. Fumo negli occhi. Ma il fatto più strano è che vi hanno aderito, abboccando, 32 soggetti sociali che si sono presentati in giacca e cravatta alla cerimonia di insediamento del comitato cittadino. Un incontro che ha registrato una interminabile passerella (anche di politici) di interventi che avrebbe tracciato la linea per un lavoro costituito già di 60 pagine a tinte fosche, piene di enfasi e retorica a sostegno della candidatura di Siracusa per concorrere al titolo di «capitale italiana di cultura 2024».
Tanti aspetti definiti da alcuni referenti «retorici» riferiti agli asset principali della cultura siracusana: ad Archimede, alle Rappresentazioni classiche, a santa Lucia, a Elio Vittorini, all’iscrizione nella World Haritage List dell’Unesco. Ma nessuno ha puntato il dito sulla inesistente «qualità della vita» dei Siracusani denunciata dai numeri negativi del Sole24ore, che inchiodano la città ultima in Italia dove il territorio sprofonda giorno dopo giorno. Eppure dal sindaco Italia: «Tutto va bene, Madama la marchesa». Ci si chiede se costui abita a Siracusa oppure vive nel mondo delle bambole.
«La città è qui, pronta a questa sfida che deve partire da un racconto di Siracusa per convincere la Commissione ministeriale dell’esistenza di tutti i presupposti per farne la Capitale italiana della Cultura per il 2024», ha detto Italia. «La grande partecipazione della società civile in tutte le sue articolazioni dimostra un profondo amore verso la città. Adesso questo slancio deve tradursi in un dossier fatto non solo di programmazione culturale ma anche di proposte di cambiamento della città a molte delle quali abbiamo già lavorato: nel dossier infatti entreranno anche quei progetti già finanziati per oltre 35 milioni con in PNRR ai quali si aggiungono quelli di Agenda Urbana e Bando periferie, che daranno l’idea di sviluppo pensata per Siracusa». Insomma tutte ipotesi senza progetto concreto alcuno. Comunque sia il dossier dovrà essere presentato entro il 19 ottobre 2021.
LA GIURIA
Le candidature saranno valutate da una Giuria, che sarà composta da 7 esperti del mondo della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, da istituirsi con decreto del Ministro di concerto con la Conferenza Unificata.
Entro il 18 gennaio 2022, la Giuria esaminerà le candidature e selezionerà i 10 progetti finalisti che saranno invitati a delle audizioni pubbliche che si svolgeranno presso la sede del MiC entro il 1° marzo 2022. Le città finaliste avranno a disposizione trenta minuti per presentare la propria candidatura, seguita da una sessione di ulteriori trenta minuti per le domande della Giuria.
Entro il 15 marzo 2022, la Giuria proporrà al Ministro della cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2024, che godrà di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività. Il Ministro proporrà di conferire il titolo al Consiglio dei Ministri, che lo assegnerà formalmente con propria delibera.
A Siracusa la politica produce in quantità pubblicitarie elettorali per carpire la buona fede dei cittadini quando questa conquista dall’illusivo progetto l’adrenalina politica cala e la valutazione critica lascia il campo ai se e ai ma e all’inevitabile ‘redde rationem’ del giorno dopo.
GLI OBIETTIVI DEL BANDO
Ma questo sprovveduto (o di furbizia elettorale) di Italia e Granata, ha la contezza della logica di attribuzione del titolo? Il quale si poggia sulla capacità di perseguire specifici obiettivi che il bando precisamente elenca:
- Stimolare una Cultura della Progettazione Integrata e della Pianificazione Strategica;
- Sollecitare le città e i territori a considerare lo Sviluppo Culturale quale paradigma del proprio Progresso Economico e di una maggiore Coesione Sociale;
- Valorizzare i Beni culturali e Paesaggistici;
- Migliorare i Servizi rivolti ai Turisti;
- Sviluppare le Industrie Culturali e Creative;
- Favorire processi di Rigenerazione e Riqualificazione Urbana.
Requisiti di progettazione, intesa come evidenziazione degli elementi di comunanza e di diversità culturale come ambito privilegiato per sviluppare logiche di scambio, di rete e di partenariato.
Abbiamo l’impressione, inoltre, di una minore enfasi sui processi di coinvolgimento della cittadinanza, da intendersi non solo come audience, ma come soggettività attiva nella co-generazione dei processi di Trasformazione Urbana e nella Co-progettazione delle Attività culturali. In questi punti il sindaco Italia non gode più il consenso dei Siracusani.
Una maggiore attenzione agli interventi e ai Progetti in grado di rafforzare il legame tra Cultura e Turismo e di valorizzare il Patrimonio culturale. Questi ultimi due aspetti emergono chiaramente se si confronta lo spettro degli obiettivi individuati come prioritari e le tipologie (molto più ristrette) dei progetti che di minima dovranno essere contenuti nel primo dossier di candidatura:
- Recupero e Valorizzazione di Beni Culturali e Paesaggistici;
- Miglioramento dei Servizi per l’Informazione ai Turisti;
- Miglioramento dei servizi per l’Accoglienza ai Turisti.
Per quanto riguarda l’entità del premio – circa un milione di euro che il Ministero assegnerà attingendo dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
Per filosofia non ci facciamo mancare nulla come dell’assessore prof. Alessio Lo Giudice che curò il fallimentare dossier per la candidatura del 2014, nella giunta Garozzo.
La riflessione da fare è più ampia. Siracusa possiede gli elementi che abbiamo descritto sopra? Oppure possiamo definire Siracusa capitale dell’«incultura». Capitale dell’incultura in quanto i primi essere incolti sono i cittadini, gli abitanti sono incolti, gente incolta che non può fare altro che farsi amministrare da gente incolta come loro.
La cronaca ci fotografa il cattivo stato di salute delle strade, abbiamo una amministrazione che è incapace di dettare regole basilari, ma che sono ancora più evidenti dalla incultura dei cittadini. Dalla sporcizia, in tutte le stradine, immondizia, materassi.
La differenziata non rispettata dove invece mettono tutto dentro come se niente fosse e senza rispettare gli orari di conferimento. Quindi non è un tema che riguarda solo l’amministrazione, l’incultura si manifesta anche con i più alti livelli di non vaccinati che abbiamo in tutta la Sicilia siamo i meno vaccinati in Italia. Siamo gli ultimi. I Siracusani, quasi la maggior parte, non rispettano le regole, quindi che cosa volete che esprimiamo?
La ridicolaggine per le litigate per le strisce a colori, se sono 5, se sono 6, sono questi i problemi della città. Cosa vogliamo? Politici che intervengono sui colori, ma cos’è cultura questa. Uno che fa ‘minchiate’ e l’altro che dibatte sulle ‘minchiate’.
Il sindaco Italia ha detto che Siracusa è capitale della cultura, ma questo non vuol dire che è una etichetta che si mette per un anno per fare venire un sacco di turisti, non centra nulla con i turisti. Oppure essere rieletto. Essere sprovveduti ed ignoranti possono rappresentare dei complimenti. Vedete il bando del Ministero rappresenta un discorso molto più ampio che riguarda la coesione sociale, che riguarda lo sviluppo armonico della città, non che c’è Ortigia diversa dal mondo, che riguarda una base collettiva di educazione. Perché se dobbiamo guardare all’aspetto Turistico siamo all’anno zero dove non c’è una politica di educazione all’Accoglienza. L’Accoglienza inizia da quando il turista arriva all’aeroporto e c’è un mezzo che mi porta a Siracusa. Scendo e ci sono taxi, centro informazione, la possibilità di poter parlare con qualcuno, cioè l’accoglienza è questa. Altra nota dolente che si vigili sui ristoranti che si aprono se corrispondono alle norme basilari dell’igiene e della pulizia.
È cultura questa? Secondo noi è incultura. La cultura non è soltanto sapere la storia della città, i greci, bizantini, ecc.. la cultura significa qualcosa che incita in tutti noi e allora noi dovremmo avere una base collettiva di conoscenza, di educazione, di principi fondamentali per quello che vogliamo essere o no. Dove non ci sono i servizi e non li reclamano, in campagna elettorale chi è che ha detto cosa. Quello che andava in giro in bicicletta, ma invece perché non si faceva un giro in macchina e vedere come si circola in macchina e vedere i problemi che hanno gli automobilisti Siracusani invece di pensare ai problemi delle biciclette. Cultura vuol dire anche questo. Avere la percezione di quelli che sono i reali bisogni dei cittadini.
La cultura del «rispetto delle persone» che devono vivere con i marciapiedi che hanno trabocchetti perché ci sono mattonelle divelte che se piove appena metti il piede sulle mattonelle ti bagni tutto, questa è cultura. Prima di fare via Malta con una corsia per le bici, una per gli autobus, una per le macchine che transitano, una per chi deve parcheggiare e il marciapiede dov’è? Non serve. Il sindaco che deve impedire la circolazione, faccia i marciapiedi, l’illuminazione. Il fumatore che non sa dove gettare la cicca, cosa deve fare? L’incivile? Così come la cartina delle caramelle, lattina ed altro.
Allora se non si educano i cittadini che già sono ineducati dalle precedenti amministrazioni, è inutile che il sindaco istituisce la Ztl, occludendo tutto. Se chiudi crea le condizioni per le persone di raggiungere agevolmente Ortigia, di camminare decorosamente. Non si tratta di fare grandi strade, grandi ponti, è un fatto di educazione. Bisogna educare le persone a vivere in un contesto civile e l’educazione non si fa solo con le elezioni con la bicicletta ma con i comportamenti. Siamo convinti che se si lascia un siracusano in una città pulita vedrai che si comporta come le persone pulite, invece qui da noi sporca quello che si ritiene già sporco. Il cittadino si adegua.
In Ortigia non ci sono cestini. A Piazza Duomo non ci sono cestini. Si parte dalle cose basilari. Si devono accendere i riflettori su alcune tematiche, non mettere la polvere sotto il tappeto. Noi dobbiamo promuoverci come capitale della cultura, ma non è soltanto metterci la cravatta, dobbiamo guardare di dentro, le parti più recondite perché è da li che nasce la vera rinascita, il rilancio, nasce da una analisi introspettica di quei problemi che non si risolvono con pochi interventi. Se non si fa una analisi razionale di quelli che sono i nostri problemi perdiamo un’altra occasione. Già l’abbiamo persa.
Un sorriso,
Joe Bianca