Il Pacchetto Energia Pulita. L’evoluzione del mercato elettrico italiano» questo il tema dell’evento, svoltosi giovedì scorso, a cura dell’area Politiche Industriali di Confindustria Siracusa in collaborazione con Sistemi Formativi Confindustria e Formanager, ha costituito un’ importante occasione di approfondimento degli obiettivi e dei contenuti delle Direttive e dei Regolamenti Europei che compongono il c.d. “Clean Energy Package”, approvato a maggio 2019 e con cui è stato avviato un insieme di indirizzi di politica energetica, che porteranno ad un profondo mutamento strutturale del mercato elettrico europeo e quindi nazionale.
Il nuovo puzzle del mercato elettrico obbligherà gli utenti industriali a un cambiamento radicale delle prassi commerciali ed anche i consumatori organizzati in consorzi all’interno del sistema Confindustria, sono destinati a cambiare la forma organizzativa e i servizi.
In questa fase di cambiamento si assiste ad un aumento del gap informativo tra gli operatori del settore e i consumatori industriali, ancora poco reattivi ai cambiamenti in atto.
Il seminario è stato articolato in una intera giornata, e ha avuto lo scopo di colmare il gap informativo al fine di favorire un percorso di adattamento, anche da parte dei consumatori industriali, alle mutate regole di mercato che saranno implementate dal 1° gennaio 2021.
Il World Economic Forum ha posto l’ambiente in testa al suo rapporto 2019 sui rischi globali, mappando tra quelli più rilevanti nella top ten in termini di probabilità e di impatto, gli eventi meteo estremi, l’inadeguata mitigazione ai cambiamenti climatici, i disastri naturali e quelli causati dall’uomo. Non a caso l’era in cui viviamo si definisce Antropocene ovvero l’epoca geologica in cui il nostro pianeta è fortemente condizionato su scala sia globale che locale dagli effetti dell’azione umana.
Gli scenari internazionali ci dicono altresì che la domanda di energia primaria nel mondo è destinata ad aumentare di circa il 30% nei prossimi 2 decenni e che le fonti fossili copriranno circa il 75% del totale.
E ancora, secondo la Global Footprint Network gli umani stanno consumando risorse a un ritmo superiore a 1,7 volte più velocemente di quanto il pianeta possa rigenerarle.
Dunque comprendiamo tutti che virare verso un modello di sviluppo sostenibile non è più un NICE-TO-HAVE ma un NEED-TO-HAVEe finalmente anche la comunità internazionale e la governance europea si sono mobilitati e mi riferisco all’approvazione a maggio 2019 del Clean Energy Package con le conseguenti misure attuative, il tema centrale di questa giornata.
Il ruolo di Confindustria su questa tematica emergente nel panorama delle maggiori sfide del 3° millennio è centrale e fondamentale, tenuto conto che, come sempre, sono le imprese i soggetti che fanno accadere le cose, che attivano il cambiamento e che giocano un ruolo fondamentale come game changers nei principali processi di trasformazione del business as usual e nell’innovazione.
Ma il tema riguarda tutti, è sicuramente una sfida globale e locale, diremmo oggi glocal e va guidato e gestito con la capacità di saper cogliere, come sempre, le opportunità che sono insite nelle grandi sfide e nei processi di cambiamento e di innovazione, rilevando tuttavia responsabilmente anche le criticità che dobbiamo altresì affrontare per rendere per l’appunto sostenibile una transizione energetica intesa, per definizione, come passaggio graduale e consapevole verso un nuovo punto di funzionamento e di posizionamento più competitivo, evitando che possa trasformarsi in un brusco passaggio di stato che non porterebbe benefici al sistema socio-economico, industriale ed imprenditoriale del nostro paese.
E questo proprio perchè il tema della transizione energetica assume una rilevanza fondamentale nella nostra economia, anche alla luce del recente Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e del Piano Energetico Siciliano (PEARS) che riflettono, in particolare, le Direttive Europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici, riduzione dei gas serra, efficienza energetica e incremento delle fonti rinnovabili nei consumi primari di energia e nella generazione elettrica.
Il processo della transizione energetica assume maggior rilievo, in termini di opportunità, soprattutto in Sicilia, tenuto conto della presenza di grosse aree industriali, peraltro ad alto contenuto tecnologico (polo petrolchimico/energetico di Priolo) che contribuiscono con una aliquota di PIL significativo all’economia della provincia di Siracusa
Nel nuovo millennio la zona industriale si è trasformata in un polo energetico ad alto livello tecnologico, con centrali di produzione di energia elettrica a ciclo combinato cogenerativo ad altissima efficienza e basso impatto ambientale, sia per autoconsumo e attività esterne, sia per esportare calore utile ai processi tecnologici in tutti gli stabilimenti industriali dell’area, conseguendo così le massime efficienze ed economie ad oggi raggiungibili.
Tutte le aziende di questa realtà industriale che ha capitalizzato know tecnologico, competenze e professionalità stanno operando questo processo di transizione che è insito nella sostenibilità stessa: i 2 aspetti si integrano e si completano vicendevolmente e la prova concreta della sostenibilità è proprio nel processo di transizione energetica che stiamo vivendo in questa realtà.
Mi verrebbe dunque da dire che siamo on track, i lavori sono in corso e proprio a novembre dello scorso anno per la prima volta nella storia questo polo industriale ha pubblicato e socializzato alla comunità degli stakeholder locali il primo rapporto di sostenibilità aggregato di tutte le grandi aziende che lo rappresentano.
La ERG in meno di 10 anni ha modificato il suo modello di business individuando delle scelte strategiche in linea con la transizione energetica e diventando uno dei primari produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia (il 1° operatore eolico).
Il PNIEC presenta una serie di importanti misure tra cui l’accelerazione della transizione dai combustibili tradizionali alle rinnovabili, l’aumento al 2030 della quota di energia da FER nei consumi finali lordi di energia nei trasporti e la promozione di un ulteriore sviluppo insieme alla tutela e al potenziamento delle produzioni esistenti (slide PNIEC).
Il gas naturale avrà un ruolo centrale essendo il combustibile più adatto ad accompagnare la transizione energetica in maniera bumpless, tenuto conto dei tempi richiesti e dei costi che potranno gravare sul sistema Italia per la relativa attuazione. Faccio presente l’ancora prevalente peso delle fonti fossili a livello mondiale (petrolio, gas e carbone) che, complessivamente, copriranno al 2040 ancora il 75% del totale rispetto all’81% come da scenario previsto dalla UE.
Manca tuttavia una chiara analisi dei possibili costi emergenti (non sono menzionati i costi del phase-out del carbone) e le ricadute dei costi per adeguamento delle reti TSO e DSO di trasmissione e distribuzione al fine di massimizzare il carico in condizioni ambientali favorevoli, senza compromissione della sicurezza.
Un sorriso,
Joe Bianca