Skip to content Skip to footer

L’economia del Turismo al 4% del Pil è fallimento, il populismo turistico è un’idea di crescita economica sbagliata

Il populismo turistico è un’idea di crescita economica sbagliata e che non sta in piedi, in cui si immagina che la stessa sia determinata dai consumi. Un ventennio politico devastante che ha bruciato tutto. Questo è il panorama da conoscere per cogliere la serietà delle sfide che abbiamo difronte

Nel territorio Siracusano si parla facile di turismo, di presenze turistiche dopo l’effetto pandemia. Ma siamo sicuri di parlare di turismo? Siamo sicuri di avere in mano la giusta connotazione?

No. 

Per il semplice motivo che il Turismo a Siracusa e provincia esprime la miseria del 4% del PIL (prodotto interno lordo) ed è l’ultima fascia di percentuale di economia espressa secondo le stime Istat nel 2020. 

Il Turismo a Siracusa è ultimo settore produttivo al 4%

Nella classifica Istat esprime il valore aggiunto per settore di attività: nel 2020 le imprese industriali nel loro complesso (industria, costruzioni industriali e Servizi alle imprese industriali) hanno contribuito con il 53% alla formazione del PIL in provincia. La tanto ‘demonizzata’ industria (degli ambientalisti da strapazzo) tiene in vita l’economia Siracusana checché ne dicano. L’Istat ha accertato che durante il periodo del lockdown, nei comuni dell’area industriale oltre il 69% degli occupati ha continuato a lavorare, grazie anche a due fermate per attività di manutenzione in due stabilimenti della zona industriale.  Il Comune di Priolo Gargallo con l’82,3% di addetti nelle aziende aperte è risultata la 1° città italiana, Melilli 22° con il 71,1% ed Augusta 41° con il 69,2%. L’altro settore che tiene si tratta nel loro complesso (Servizi, attività finanziarie/assicurative/immobiliari/professionali/artistiche) hanno contribuito con il 22%. Il Commercio con il 15%. Agricoltura con il 6% e il fine il Turismo e servizi connessi 4%. E allora signori del presunto turismo e amministratori del Vermexio avete fallito. E’ chiaro a tutti: l’economia sul Turismo non esiste. O quantomeno nella nostra provincia è agli albori. Il populismo turistico è un’idea di crescita economica sbagliata e che non sta in piedi, in cui si immagina che la stessa sia determinata dai consumi. Certamente perché ci sia crescita centrano i consumi. Dobbiamo anche dirci che l’attuale generazione politica ha fallito. Un ventennio politico devastante che ha bruciato tutto. Questo è il panorama da conoscere per cogliere la serietà delle sfide che abbiamo difronte. Per costruire una nuova come quella del Turismo occorrono non meno di dieci anni con un sindaco bravo, intercettivo di programmi di sviluppo del territorio ad iniziare dalle più elementari norme civili: marciapiedi, igiene e strade, parcheggi. Insomma un sindaco con due mandati amministrativi e una politica coesa potrebbe farcela a rivoluzionare la città di Archimede. Fantasia? Sarà. Tutto dipende dal condottiero da scegliere, pronto a sfidare la sorte.

I dati dei flussi turistici dell’Istat

Arrivi 443.490 nel 2019; 166.269 nel 2020 con una variabile negativa -62,9%. 

Presenze 1.375.062 nel 2019; 558.534 nel 2020 con una variabile -59,4%. Fonte: Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo – Osservatorio Turistico re dello Sport. Come vedete riportiamo cifre e statiche reali. Non parole di politici e simpatizzanti. Il Turismo a Siracusa non esiste e/o paragonabile ad un piccolo paesino turistico nonostante l’enorme patrimonio e giacimento culturale che tutto il mondo ci invidia.

L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco pro tempore Francesco Italia (in questi 8 anni tra cinque di vice sindacatura, delega al turismo e centro storico, e tre anni da primo cittadino) è stata davvero devastante per gli effetti che ha prodotto sul mondo del turismo a Siracusa nell’espressione del 2 al 4% del Pil territoriale. I dati consultati sulla qualità della vita sono insindacabili.

La qualità della vita 

Dati Istat. Nel 2020 la qualità della vita degli abitanti della provincia di Siracusa si posiziona a livelli modesti, analogamente a quanto è riscontrabile per le altre province della Sicilia.

Secondo l’indagine de «Il Sole 24 Ore – 31° Report sulla Qualità della Vita» la provincia di Siracusa si posiziona alla 105ª posizione tra le 107 province italiane per qualità di vita espressa (meno 15 posizioni rispetto al 2019). Siracusa, come tutte le località turistiche ha peggiorato la propria posizione (Rimini 36ª e Ragusa 99ª hanno perso ben 19 posizioni ciascuna rispetto allo scorso anno). 

E’ un lontano ricordo singolare l’invasione di turisti catapultati a Siracusa nel 2016 per effetto dell’anno anno nero per il turismo in Egitto, Marocco e Tunisia: la paura di attacchi terroristici teneva lontani i visitatori proprio in quei Paesi dove le rendite del settore costituiscono una fondamentale fonte di ricchezza e di ingresso di valuta estera, bene quel flusso turistico, italiano, francese, tedesco inglese, spagnolo, ha invaso notevolmente il nostro territorio facendoci trovare impreparati ad ospitare una mole di turismo significativo qualitativamente interessante.  

Siracusa non è pronta a ricevere un turismo culturale, di qualità

Il nostro è un populismo turistico com’è dozzinale la sua politica. Siracusa dal turismo dozzinale si era illusa di poter intraprendere la via maestra ma tutto è caduto nel vuoto. Siracusa non ha le qualità della «vocazione turistica» e non rientra nel circuito che conta. 

Può sembrare facile stabilire che una località ha una vocazione turistica; ma non basta presentare: paesaggio, storia, arte, cultura, tradizione, clima ecc. per diventare meta turistica.

Le bellezze naturali e il patrimonio artistico devono essere fruibili dai turisti. ln altre parole la località deve presentare quelle infrastrutture: autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, che possono permettere al turista di soggiornarvi, frequentare i siti che interessano, trascorrervi il tempo desiderato in varie attività, trovare modo di ristorarsi a qualunque ora, di fare acquisti, di intrattenersi in vario modo. Parliamo cioè della presenza di alberghi, ristoranti, bar, aree a verde, impianti sportivi e ricreativi, cinema, spettacoli e musei.«Vocazione  turistica» e infrastrutture compongono l’offerta turistica

Essa è composta da tutto quanto riesce a rendere gradevole al turista la scelta fatta. Recarsi in visita a Siracusa e trovare un ambiente e dei servizi ben predisposti per il turista fa sentire soddisfatti e ben accolti.

Itinerari e guide (anche cartacee) a disposizione; buona pedonalità e viabilità; servizi di trasporto comodi; servizi di ristorazione e alloggio adeguati: questi sono alcuni degli indicatori che aumentano la soddisfazione del turista e che devono essere realizzati in una zona a vocazione turistica per favorire la sua crescita e il suo successo. Quindi gli elementi che concorrono ad alimentare un movimento turistico possono essere così schematizzati:

Soggetto: il turista = la domanda
Azione: fare turismo = lo spostamento
Oggetto: il luogo, le sue attrattive, le infrastrutture = l’offerta
Vettore: il trasporto = il mezzo

Tour Operator 

Siracusa non è considerata dai questi operatori del turismo che sono catanesi e palermitani, sono aziende che creano e commercializzano pacchetti turistici ad un prezzo forfetario (unico, tutto compreso).

L’agenzia di viaggio, spesso si pone come intermediario tra il cliente e il Tour Operator. Tramite cataloghi cartacei e online e altri strumenti, pubblicizza e mostra i prodotti dei tour operator.

In caso di vendita di un pacchetto turistico percepisce una commissione di intermediazione concessa dal tour operator, che solitamente si aggira sul 10% del costo complessivo.

A dire il vero, soprattutto negli ultimi tempi, l’agenzia di viaggio (la licenza A illimitata lo permette) può creare pacchetti viaggio bypassando il Tour Operator.

Ad oggi, il pacchetto turistico più venduto direttamente da un’agenzia di viaggio è quello che include trasporto, transfer e alloggio (modello enclave: «recintato»).  In questo caso siamo di fronte a un Tour organizer: un’azienda che crea pacchetti turistici su richiesta diretta del cliente. Quindi taylor made (su misura) e non “preconfezionati”. 

Collegamenti diretti veloci via pullman Fontanarossa-Siracusa e viceversa (utopia).

Siracusa con il suo populismo turistico non potrà mai fare parte come Taormina nella filiera turistica, che il più delle volte, i tour operator (prevalentemente catanesi) vendono i propri prodotti alle agenzie di viaggio al dettaglio e non direttamente al cliente finale.

A Siracusa occorre ridisegnare la filiera del turismo con interlocutori seri e non faziosi di parte politica. L’avvento della pandemia globale ha avuto effetti devastanti dal punto di vista economico-sociale: innanzitutto ha portato all’associazione dell’idea del “viaggio” con quella del “contagio”.

Tassa di soggiorno. Il Comune è sordo e decide per proprio conto, senza consultazione alcuna, come utilizzare l’imposta, spesso riservata a capitoli non attinenti alla norma secondo cui deve invece “essere destinata a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali» è la denuncia di Noi albergatori Siracusa.

Un vecchio adagio recita: «Non è mai troppo tardi» come ad esempio fermare l’invasione dei ‘barbari’ in Ortigia. Il centro storico è diventato una casbah, dove succede di tutto e di più denunciate innumerevoli volte dalle colonne del quotidiano LIBERTA’ SICILIA. Monumenti e vicoli storici presi d’assalto dai ristoratori con tavolini che invadono tutto senza regole e musica ad alto volume oltre gli orari consentiti. 

Dire basta con fermezza alla deregulation in Ortigia, un argomento che ci sta fortemente a cuore è che da un lustro denunciamo ad alta voce che il centro storico è stato trasformato in una pattumiera a cielo aperto; con la compiacenza di molti affezionati elettori del sindaco.

La promozione dei dehors e dopo il lockdown maggiore concessione per facili avventurieri, rendendo invivibile il centro storico utilizzando l’uso della musica nei locali rendendo l’isolotto una discoteca dissacrando il salotto buono «piazza Duomo» a iniziative popolari di basso costume, tale disfatta ha reso difficile la vita ai residenti, a tal proposito, ricordate qualche anno fa piazza Duomo imbandita come un ristorante? Praticamente un suicidio, mai visto eventi simili in nessuna parte nel mondo, altro che Siracusa candidata capitale della cultura. Qui una grassa risata.

Iniziative culturali, di cinema e sociali tutte in Ortigia la quale è diventata una vera e propria casbah e una latrina a cielo aperto senza regole e limiti. 

Lo sguardo del turista che si reca a Siracusa è espressione dell’influenza esercitata dalla società e varia in funzione del gruppo sociale sia di appartenenza che di riferimento nonché del periodo storico.

Da noi è ancora indecifrabile il passaggio dal turismo di èlite e quello di massa, Siracusa è agli albori per essere un luogo di riferimento nel panorama turistico nel Mediterraneo. Pertanto, in pochi decenni è iniziata a svilupparsi l’aspirazione a far parte del mondo turistico. 

Ma Siracusa è preparata a questo cambiamento e/o implementazione di economia in parallelo con quella industriale, Venezia docet con porto Marghera (altro polo industriale d’avanguardia in Europa alla pari o meno di quello Siracusano).

Beni culturali nel centro storico gestiti con molta superficialità, da ignoranti o furbescamente per raccogliere proseliti politici? Insomma di cosa stiamo parlando? E’ questo il turismo che i nostri amministratori vogliono? Il turismo come le sagre? 

Il centro storico definito come un grande circo equestre della politica miope e affarista-populista-clientelare, dove mancano soltanto i leoni e i cavalli.

 Ma per favore non facciamo ridere il mondo intero che ci guarda, che guarda la più grande capitale della Magna Grecia d’occidente, la patria del più grande genio del passato e presente qual è Archimede, com’è ridotta.  

La capitale dell’Isola fino all’anno mille, quando a Palermo non erano ancora capaci di allacciarsi le scarpe, Siracusa era la città dei sovrani. 

Lo scempio? E’ questo quello che vogliono i Siracusani? Parrebbe di sì dalla politica che ci troveremo ancora per un altro anno e mezzo a governarci. Resisteremo a questi nuovi Arabi?

Ad esempio perché non delocalizzare talune iniziative nelle nostre località turistiche vedi Fontane Bianche, Arenella (in estate sono pressoché senza vita). E’ chiaro che qui da noi un’ordinanza del genere è da extraterrestre, perché i nostri politici sono avvedutamente e presuntuosamente innovativi nel fare populismo turistico. Pensiamo invece che il turista voglia trascorrere dei momenti tranquilli e sereni all’interno del centro storico. Si perseguirà nell’errore? Oppure dobbiamo aspettare un miracolo di Santa Lucia per cambiare? Ai posteri l’ardua sentenza. E’ chiaro che la colpa di questa politica è tutta dei siracusani che l’hanno votata. E su questo non si discute.

Un sorriso,
Joe Bianca