Era maggio 2014 quando l‘Istituto Nazionale del Dramma Antico ha compiuto cento anni e festeggiato con la sublime trilogia di Eschilo: Agamennone, Coefore, Eumenidi, al debutto al Teatro greco di Siracusa.
Oltre cento anni fa, 1914, Mario Tommaso Gargallo, riuscendo a vincere la resistenza della Soprintendenza, iniziava la splendida avventura che prosegue ancora oggi. Oltre cento anni di distanza stesso programma, stessa resistenza non della Soprintendenza ma dall’istituito Parco archeologico della Neapolis voluto dal quel Fabio Granata, all’epoca ricopriva la carica di assessore regionale alla Cultura nella XIII legislatura, (eletto nelle lista di Alleanza nazionale), il quale non aveva fatto i conti giusti e aveva affidato alla sorte la vicenda per lui scontata è che oggi gli presenta il conto: con a seguito la sua superficialità.
Chi si sbaglia è chi non capisce ancora il suo destino; cioè non capisce qual è la risultante di tutto il suo passato, che gli segna l’avvenire negativamente. Ma, lo capisca o no, glielo segna lo stesso. Ogni vita è quello che doveva essere.
L’Istituto Nazionale del Dramma Antico che da oltre un secolo fa vivere nei teatri antichi d‘Europa opere immortali. Il teatro greco, dicono gli esperti, è la migliore palestra per un attore, è teatro nel senso più alto del termine; quando non esistevano i microfoni, fino agli inizi del nuovo millennio, non tutti potevano recitare a Siracusa, la voce era tutto e occorreva una tecnica infallibile e non solo per portare la voce a 40 metri di distanza, ma per raggiungere anche il pubblico più lontano con le emozioni. Che fascino.
Oggi è polemica tra l’Inda e il Parco archeologico della Neapolis sugli introiti derivanti dall’utilizzo del teatro greco e sullo sfondo l’esigenza di avere maggiori risorse per la conservazione e la gestione del sito. Insomma il conto è presentato, la direzione del Parco ha chiesto di rivedere la convenzione firmata nel 2011 e scaduta con la Fondazione Inda che utilizza il teatro greco per le rappresentazioni classiche, spettacoli che quest’anno prenderanno il via l’8 maggio.
Da quest’anno a parere del Parco da 41 centesimi a biglietto dovrà versare 1,50 euro e il canone da 50 mila euro l’anno a 150 mila euro. A detta di Calogero Rizzuto direttore del Parco, sono soldi che servono per la manutenzione e il restauro del teatro. La spiegazione consiste che prima le rappresentazioni classiche si facevano ogni due anni, adesso ogni anno, c’è un carico antropico sul teatro che non è più sostenibile, altrimenti il rischio e che tra qualche anno non avremmo ne il teatro ne le rappresentazioni classiche.
Intanto, dall’Inda fanno sapere che la richiesta esorbitante avanzata del direttore del Parco, rischia così di saltare la tenuta del bilancio dell’istituto che si basa sul 25% su finanziamenti statali e regionali e il 75% sulla vendita dei biglietti. Per l’Inda è inspiegabile e ingiustificabile che la Regione da un lato sostiene l’iniziativa e con la nuova convenzione gli chiede la restituzione delle somme per l’utilizzo del teatro che l’Inda ha sempre e solo valorizzato fin dalla fondazione.
Adesso si spera nella mediazione del presidente della Regione Musumeci.
Ma la politica siracusana è questa quella di non essere lungimirante. Qualcuno asserisce che i politici siracusani sono dei ruba galline. Sarà, ma intanto ci troviamo sempre a fare i conti e ritornare da zero.
La politica dell’arrembaggio predatori, dei dehors, di una mancata seria organizzazione di pedonalizzazione, l’incuria dei monumenti, la gestione di Ortigia, gioiello del Mediterraneo, nelle mani irrefrenabili ristoratori, commercianti, titolari di casavacanze regolari e abusivi, una città allo sbando senza regole, una politica borderline che preoccupa non poco i Siracusani.
Il turismo che ha avuto picchi inaspettati, il turismo del «fato» senza una programmazione via via ci lascia. Un autista di pullman turistico si lamentava della tariffa selvaggia a Siracusa per poter parcheggiare chiedono cifre astronomiche; ma chi controlla chi?
Quando non si piange più delle sconfitte, è segno che non si crede più nelle vittorie. Ci sono presunte vittorie e ci sono sonore sconfitte negli interventi, dei soloni del turismo. Disertori nell’incontro a Palazzo Vermexio
Si è tenuta nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio la «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica». Il tema dell’assemblea generale dei tre Siti Unesco. Incontro tecnico che si è tenuto nei luoghi deputati all’interno del Progetto Legge finanziato dal MiBACT a valere sulla Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione Siciliana sui siti Unesco del Sud Est. «Avvio del piano di gestione con l’attuazione del Programma A – Conoscenza, conservazione e riqualificazione del patrimonio Barocco – e del Programma C – Valorizzazione culturale ed economica» dove sono previsti finanziamenti per la promozione dei luoghi. Con nostro grande disappunto la de- legazione è stata ricevuta da pochi adepti, cioè dall’assessore Granata e pochi altri, una decina di persone in tutto. Un incontro di grande rilevanza che va a rivedere la «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica» tenuta scarsamente in conto dalle maestranze locali, disertata dai soloni del turismo locale nonché dalla deputazione regionale e nazionale con l’assenza del sindaco pro tempore di Siracusa. Mancano le parole, noi accusiamo un disorientamento generale dinanzi alle parole conclamate sul turismo per poi ricevere desolatamente e maleducatamente la delegazione dei Siti Unesco.
Ecco vedete gente, è inutile piangere sul latte versato quando nell’ottica della «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica» non si sia redatto un piano di richieste di finanziamento e invece il nostro territorio non partecipa per lo sviluppo deputato e votato al turismo al tanto declamato turismo. E’ questa la politica che sorregge le sorti del nostro territorio, ma badate che questa politica è stata votata dai Siracusani e allora è vietato lamentarsi perché si è suicida è la morte del territorio e della sua piccola gente.
Eppure c’è il Libro bianco del turismo redatto da 66 sigle economiche siracusane per poter gettare le basi sul futuro. Il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona: «‘Il Patto di Responsabilità Sociale’ ha proprio questa finalità, metterci tutti insieme per fotografare la realtà, unica e scientificamente provata e poi, solo allora, fare analisi e porre rimedi laddove ce ne sono le necessità. Ricordo vivamente, conclude Bivona, che il Libro bianco sul Turismo è una cosa seria che interessa tutto il territorio». Allora basta con l’improvvisazione di questa amministrazione che rimane troppo piccola nei pensieri ed anche superati.
Un sorriso,
Joe Bianca