
Il sindaco e la caccia al fantasma a Palazzo Vermexio che destabilizza Siracusa. Un fantasma malefico alberga da tempo al Vermexio. Un spirito senza arte ne parte, cioè non ha mai lavorato ne sa comprendere il valore sei sacrifici, che agisce nell’ombra con lo scopo precipuo di aspettare la fine del mese di questa consiliatura. La città fantasma è un termine derivato dalla locuzione in lingua inglese «Ghost Town».
Qualcuno dice non è «Benvenuto Sindaco», e nessuno aveva in mente di salire Vermexio per sbaglio come in un vecchio film, ma quanto accade che nelle urne di una città come Siracusa con 103.578 siracusani, hanno votato il sindaco nelle scorse amministrative 18 mila elettori, può essere quasi considerato un sottostimato, incoronando sindaco un signore, un vecchio della politica al Vermexio, con 18.210 voti al ballottaggio è da considerarsi nullo.
Nullo, perché nel mandato dell’ex sindaco Garozzo nel 2013 ha curato diverse rubriche assessoriali, tra le quali Centro storico, Cultura, Turismo e Spettacolo, Sport, Unesco, Politiche ambientali e sanitarie, Informatizzazione e Modernizzazione, Legalità e Trasparenza nonché vice sindaco e adesso ricopre da oltre due anni il ruolo di sindaco. Il sindaco pro tempore Francesco Italia dopo Titti Bufardeci è il personaggio più vecchio come ruolo di amministratore, superando Fatuzzo, Dell’Arte, Visentin e lo stesso Garozzo. Possiamo, quindi, definire Italia un ‘politicante superato’ che di danni alla città ne ha commessi tanti. Un sindaco senza maggioranza in aula è tutto dire. Il 2020 doveva essere per il soggetto sottointeso l’anno della svolta senza consiglio comunale ma tant’è. Nullo. Il sindaco che aspetta il 27 del mese. Qualche citazione dovrebbe servire, almeno, a far capire ai Siracusani l’importanza di quel che scriviamo. A ben riflettere, ci accorgiamo che è tutto inutile. Anche perché manca un po’ di buona volontà. Badate bene: qui non si tratta nemmeno della cosiddetta volontà politica: si tratta semplicemente di buona volontà. Che non c’è. Ci sono, forse, altri interessi?
Basterebbe un po’ di buona volontà affinchè questi signori “disamministratori” si rendessero conto della necessità di non lasciare una città con strade e marciapiedi in dissesto, con la ferrovia che, taglia taglia, è resa quasi inutile ormai, con grave danno di chi ha meno disponibilità per servirsi dell’aereo. Per capire quanto danno arrechino alla collettività la perdita della filiale della Banca d’Italia e della Camera di commercio, il Teatro Comunale restaurato e chiuso, e privo di un direttore artistico, cioè, in pratica, non gestito ma “cosa d’altri”, non della Città. Mentre il carcere borbonico sta per crollare, l’Ostello della Gioventù è restaurato ma rimasto senza futuro, il “mostro di via Crispi” (quel che doveva essere l’ormai famigerato albergo scuola) incompiuto, pericolosamente abbandonato e adesso grazie all’interno IACP-Regione si avviano i lavori di trasformazione; l’Antico mercato anch’esso restaurato e chiuso, gli Ipogei di piazza Duomo, Latomia dei Cappuccini, Artemision, impianti sportivi, e via discorrendo: tutto out, tutto “cosa d’altri”, non della Città.
Mentre il vecchio glorioso Gargallo rimane sempre in abbandono (di ieri ultimo finanziamento per farlo ritornare operativo (vedi Libertà di oggi), come la vicina chiesa dei Cavalieri di Malta. Mentre le strade, già occupate da una marea di cosiddetti dehors, ora lo sono anche dalle piste ciclabili; ma restano pericolosamente disastrate, così come i marciapiedi. E il Porto Grande rimane sottoutilizzato, dopo i miliardi spesi per la sua riqualificazione, mentre il Porto Piccolo è perennemente in attesa di questa riqualificazione. Mentre Ortigia è oltraggiata, violentata. A dispetto della sua intestazione a Santa Lucia. E il trasporto pubblico non c’è più, il progetto della Pillirina rimane a binario morto. E via discorrendo. E tanto decantata legalità?
Un sorriso,
Joe Bianca