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Il Comune indebitato per 38 milioni di euro

La corsa di aspiranti candidati a sindaco di Siracusa è subdola e avrà un compito faticosissimo quello di trovarsi la strada ripida in salita, con un buco enorme nel bilancio del Comune di Siracusa con a rischio di escludere i servizi posti alla collettività per via del risanamento. Non sarà per niente una passeggiata. L’attuale Amministrazione lascerà l’amaro in bocca ai siracusani ed una ‘forca’ pronta al nuovo sindaco.

Questa Amministrazione sarebbe in procinto del dissesto finanziario, è come molti altri enti locali a un passo dal crack. E’ una condizione drammatica quella della attuale Amministrazione rimasta con le casse vuote. Sindaci siracusani che per decenni hanno messo a bilancio entrate virtuali, perché impossibili da riscuotere. O che hanno creato società dello sperpero. Una gestione allegra che si è spenta in parte con la spending review e le regole imposte da Bruxelles. Ma cosa accade quando un municipio fallisce? E davvero potrebbe fare default una città come Siracusa? 

Lo scorso 5 luglio è andata in pubblicazione la Delibera 31/2022 con cui viene esitato dal Commissario straordinario il bilancio di previsione 2022, con tutti i suoi allegati. Il bilancio attraverso il parere dei revisori dei conti, a pagina 38 dello stesso certifica al 2022 un indebitamento complessivo del Comune per 38 milioni di euro (fino a luglio 2022), pari a circa 328 euro di debito per siracusano, così come espressamente riportato. Di contro, lo stesso Bilancio gode dell’approvazione di un emendamento richiesto dal sindaco per finanziare feste, festicciole (dal sapore elettorale) e attività ludiche. Dulcis in fundo, il 7 luglio è andata in pubblicazione da parte del Commissario straordinario in sostituzione del Consiglio comunale una delibera dove viene approvato un Regolamento per poter assumere provvedimenti a distanza (leggasi, da Palermo) e per via telematica, sancendo, col beneplacito dell’intera Amministrazione comunale, il distacco tra la città e il Palazzo di cui la nostra comunità soffre dalla caduta della massima assemblea cittadina (Delibera 30/2022). 

L’ammanco del versamento della Tari a Siracusa era già visibile in primavera, nel periodo in cui, generalmente, il Comune invia alle utenze la prima rata da pagare, ma adesso e nelle prossime settimane, quel che appare come una pericolosa crepa nella riscossione della Tari rischia di trasformarsi in un buco nero nelle casse pubbliche aretusee, una voragine tanto profonda da mandare a gamba all’aria il bilancio del Comune che non è ancora finito in dissesto, superando la soglia di oltre 40 milioni di euro.

Difatti, a causa della crisi energetica e del caro vita, le famiglie con reddito medio-basso e in situazione di difficoltà economica, che non beneficiano di riduzioni sulle accise, davanti al tragico bivio, con a destra la bolletta di luce e del gas, triplicate per costi rispetto al 2021, e a sinistra le nuove rate della tassa per la gestione dei rifiuti, stanno ovviamente dando priorità all’energia di casa, con buona pace delle amministrazioni comunali, per le quali l’imposta sulla spazzatura rappresenta una risorsa essenziale. 

Secondo le prime stime nel Comune si verifica un calo di oltre il 50% nel versamento della Tari, e un conseguente gap di diversi milioni di euro in fondo cassa che sommato al surplus di altrettanti milioni di euro dovuto al rincaro delle bollette municipali, già in criticità finanziaria, può davvero far scattare il default. 

Il problema riguarda tutti i Comuni e potrebbe diventare ancora più pesante, perché il rincaro dell’energia trainerà anche le tariffe per il conferimento in discarica, facendo lievitare pure la tassa sui rifiuti, come già accaduto nel comune di Noto, con un rincaro del 30% e di conseguenza l’evasione Tari. Il tutto in un quadro paradossale, perché se è vero che la raccolta della spazzatura è una delle emergenze croniche dell’isola, è altrettanto vero che in certi comuni la differenziata sta crescendo sempre di più, tanto da raggiungere le performance delle città del nord, ma con una netta discrepanza in termini di costi.

Siracusa è tra le 10 città più care in Italia, si pagano in media 442 euro. Al Comune di Siracusa lo scorso 5 luglio sono andate in pubblicazione le nuove tariffe della Tari, in conformità al Piano economico finanziario approvato dall’Amministrazione comunale e che prevede un aumento a carico dei cittadini, nel triennio 2022-2025, del 7,4%.

Quindi il Comune potrebbe finire in default, dopo Augusta, Avola, Lentini, Pachino, Cassaro, Rosolini, Floridia, Noto e il Libero consorzio di Siracusa. E il motivo sarebbe legato a “gravi errori in alcuni rendiconti di gestione degli anni precedenti” che hanno causato un buco a Siracusa di 38 milioni di euro. 

A tal proposito come non ricordare l’eclatante dissesto finanziario dell’ex provincia di Siracusa con debiti per 280 milioni di euro. Era il 2018 quando la ex Provincia Regionale di Siracusa fu dichiarata fallita e certificare il default dell’ente siracusano. Lo scorso 8 settembre 2021 allorquando il consiglio comunale di Floridia adottò la deliberazione di dissesto. L’ombra del dissesto sul comune di Lentini, nel vortice della gestione vincolata dovuta allo status di dissesto e le proposte di rendiconti consuntivi per le annualità dal 2014 al 2021.

Ma ciò che non ti aspettavi era quello del Comune di Noto rinomata nel mondo per essere la capitale europea del barocco, o patrimonio dell’umanità, adesso è una «città fallita». Il Civico consesso la settimana scorsa, presenti il responsabile del servizio finanziario del Comune, i revisori dei conti e i consulenti dell’amministrazione, ha deliberato – con dodici voti a favore e tre contrari – il dissesto finanziario dell’ente per 62 milioni di euro di debiti. Il primo atto di questa storia era stato già scritto lo scorso primo settembre, quando l’esecutivo municipale ha avviato la procedura di dichiarazione dello stato di dissesto finanziario a seguito del disavanzo risultante dal rendiconto di gestione relativo all’esercizio 2020.

Comuni nel Siracusano in dissesto per delle gestioni scellerate dai sindaci privi di scrupoli. In buona sostanza il Comune non è in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, e non può fare validamente fronte ai crediti liquidi ed esigibili nei confronti dell’ente stesso. Un disavanzo che l’attuale amministrazione netina ha imputato ai dieci anni di gestione dell’ex sindaco Corrado Bonfanti, in carica dal giugno 2011 fino all’ottobre dello scorso anno.

Sono 191 organi straordinari della liquidazione che continuano l’attività di gestione delle passività anche in enti in dissesto per i quali sono, ad oggi, decorsi i 5 anni dall’anno del bilancio stabilmente riequilibrato.

Gli enti locali attualmente in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale sono 266. Di cui 46 in Sicilia. I problemi della finanza allegra interessano i Comuni in quanto sono gli unici, tra gli enti pubblici, ad essere dotati di autonomia finanziaria contabile.

Chi lo paga il conto di 38 milioni di euro? Chiamiamo all’appello i sindaci responsabili  del disastro economico e citiamoli in tribunale.

 

Per tanti, troppi anni, il Comune di Siracusa ha potuto redigere bilanci inserendo tra le entrate delle voci inesigibili (o quantomeno di dubbia esigibilità) che servivano a coprire le uscite. Soprattutto ricchi incassi da multe che in realtà era evidente l’amministrazione non avrebbe mai avuto la capacità di riscuotere. E così, approfittando di una normativa ambigua sui bilanci, hanno potuto accumulare nel tempo una montagna di deficit.

Ricordiamo la vicenda giudiziaria del 2019 del «grande gioco di prestigio dei residui passivi e attivi del Comune di Siracusa» cui non può sottrarsi il ragioniere capo del Comune di Siracusa, il dirigente responsabile servizi finanziari, ragioniere generale, Giorgio Giannì, il quale è accusato di falso ideologico dalla Procura di Siracusa perché avrebbe messo in bilancio crediti inesigibili. Il processo a carico di Giorgio Giannì in corso di svolgimento davanti al tribunale in composizione collegiale. Prossima udienza giovedì 10 novembre.

Vicenda che potrebbe esplodere alla vigilia delle amministrative 2023 quando si dovrà eleggere il nuovo sindaco «forcaiolo» di Siracusa. E’ nel pieno di un’inchiesta presso la Procura di Siracusa la conduzione dei bilanci del Comune di Siracusa.

Insomma per la corsa dei nuovi candidati a sindaco di Siracusa si prevede l’eredità, un fardello pesante di debiti, per i quali sarà impossibile offrire servizi alla collettività, asfaltare un breve tratto di strada o semplicemente essere fortunati per uno starnuto di salute. 

Al nuovo sindaco siracusano ‘forcaiolo’ gli rimane la gloria di indossare solo la fascia tricolore come i bambini vanitosi e l’onorificenza del titolo di sindaco con a seguito le imprecazioni e le pernacchie dei cittadini ogni volta che lo vedranno e lo accompagneranno ogni momento della giornata per ricordarci che trascorreranno inutilmente altri cinque anni della nostra vita leggendo la parola ‘sviluppo’ solo nei dizionari. 

Ed ecco venir fuori prepotentemente la frase inedita: «Rivoluzione culturale». 

A patto che dovrà essere usata solo da un misterioso ‘condottiere coraggioso’.

«Verso le amministrative 2023». Inizio editoriali: Rivoluzione culturale nr. 20 (avvio pubblicazione il 12 giugno). A tal proposito vi invitiamo a consultare e seguire attivamente la pagina facebook e cliccare ‘Mi piace’ https:// www.facebook.com/joebiancasr. 

Un sorriso,
Joe Bianca