
Colpito e affondato. Pensava di fare un figurone nel G7 il sindaco di Siracusa, Francesco Italia farlocco. Guadagnandosi anche lui i riflettori promuovendo, un presunto binomio d’informazione, la cui qualità dei messaggi, per molti è stata scadente, poco seria, per non parlare del disinteressamento della premier Giorgia Meloni nei confronti di Italia.
Un sindaco che non vale nulla, può inventarsi presunti poli di informazione sterili di sua fantasia, e regalare soldi pubblici ai suoi amici della presunta stampa, pennivendoli e prezzolati.
Il sindaco pro tempore che è affiliato al partito fallimentare di Carlo Calenda che nel giro di pochi giorni Azione ha perso quattro parlamentari, rispettivamente due deputati e due senatori. Il primo ad andarsene in ordine di tempo è stato il deputato Enrico Costa, che ha annunciato la sua uscita da Azione il 16 settembre, tornando in Forza Italia, partito che aveva lasciato ad agosto 2020. Il giorno dopo hanno abbandonato il partito anche la deputata Mara Carfagna e le senatrici Mariastella Gelmini e Giusy Versace, che sono passate per ora nel gruppo Misto di Camera e Senato.
I quattro parlamentari sono usciti da Azione perché hanno detto di non condividere la decisione del partito di allearsi con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle in occasione delle prossime elezioni regionali, in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria, con la prospettiva poi di un’alleanza più stabile con i partiti di Elly Schlein e Giuseppe Conte. «Rispettiamo le scelte personali, ma riteniamo grave e incoerente passare dall’opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori», ha risposto Azione su X.
Il 18 settembre, nel corso di una riunione della direzione nazionale del partito, Calenda ha detto che il posizionamento di Azione è «distinto dal “Campo largo” (ossia la possibile alleanza tra i partiti all’opposizione, ndr) e dai populismi di destra e di sinistra». In ogni caso, con l’uscita di questi quattro parlamentari Azione ha perso esponenti di rilievo. In particolare, Costa e Gelmini erano entrambi vicesegretari del partito, mentre Carfagna era la presidente. Al momento non è chiaro da chi saranno sostituiti e sul sito ufficiale di Azione non è più visibile la pagina dedicata alla segreteria nazionale. Le uscite di Costa, Gelmini e Carfagna dal partito di Calenda potranno comunque cambiare anche alcuni equilibri all’interno delle giunte e delle commissioni in Parlamento, con tutta probabilità a favore dei partiti che sostengono il governo Meloni.
Italia fa lo sbruffone contro la libera informazione: indegna di essere al suo fianco; ma chi di spada ferisce di spada perisce.
I Siracusani quando capiranno che l’attuale signore delle tenebre sta dilapidando i soldi pubblici per finanziarsi la sua perenne campagna elettorale, sarà troppo tardi.
Ma questo presunto signore chi vuole prendere in giro? La (solita) figura barbina del sindaco ipocrita sorridente. Il suo futuro è compromesso. E’ finito. Si goda questi scampoli di fine stagione con i suoi tirapiedi dell’informazione.
L’Antico Testamento dice: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante».
Su facebook è apparso un sondaggio sui suoi fedelissimi compagni di giunta, riservato al centro destra: chi è più traditore fra Granata e Bandiera?
«Fabio Granata è politico noto da quando il centro destra gli ha dato incarichi di prestigio a ripetizione. Restando in Sicilia è stato assessore regionale anche con Cuffaro. Edy Bandiera dopo aver perso qualche elezione, con Forza Italia è entrato nella politica che conta, è stato per tre anni assessore regionale (difeso dal palermitano Miccichè) e poi deputato regionale subentrando a chi le elezioni le aveva vinte. Francesco Italia ha tolto prima Granata e poi Bandiera al centro destra, per qualcuno li ha affascinati, per qualche altro ha offerto loro la possibilità di fare il loro inverno politico in poltrona. Ma secondo gli esponenti del centro destra chi è il più traditore fra Granata e Bandiera?».
Intanto Italia e Granata da 12 anni continuano a spaccare Siracusa. Da una parte la loro Ortigia coatta, dall’altra parte il resto della città. Lo hanno fatto anche oggi col G7, tutto nel centro storico niente agli altri quartieri. Si sono inventati posti mai esistiti come sedi di eventi: arena Mergulensi, affaccio Maiorca, spazio duomo etc, tutto pur di non uscire dall’isolotto e non fare partecipare i siracusani. Italia e Granata sono i nemici conclamati di «Siracusa Unita», hanno casa e movimenti in Ortigia e nemmeno vedono gli altri siti d’incanto della città. Uno di Milano e l’altro di Caltanissetta, per Siracusa è massacro continuo!!!
Ma ritornando a Carlo Calenda, dopo che ha deciso di distruggere un partito unitario dei riformisti, come Italia ha distrutto Siracusa, lo scenario è molto semplice. Da una parte esiste una coalizione di centro-destra e dall’altra una serie di partiti all’opposizione. Il governo Meloni riesce al momento a stare in piedi perché sempre unito dalla voglia di stare al potere. Ogni partito fa il suo ruolo e il suo gioco.
Forza Italia riesce ancora a stare a galla per un semplice motivo: è al governo e nei partiti riformisti dell’opposizione esiste un grande caos. Facile per Tajani attrarre nuovi Parlamentari in uscita da altri partiti. Il più eclatante al momento potrebbe essere il passaggio di Enrico Costa da Azione a Forza Italia, Carfagna e Gelmini potrebbero anche loro uscire da Azione e andare con Lupi. Insomma, Calenda è destinato ad essere sempre più isolato ed Italia è pronto a tagliarsi le vene dopo che nessun partito lo vuole per affrontare le prossime elezioni regionali e nazionali.
Il sindaco Italia svanirà come neve al sole lasciando dietro di sé le rovine di Siracusa, sarà presto dimenticato o ricordato per la sua nullità.
Un sorriso,
Joe Bianca