
La nomina del soprintendente parrebbe «pilotata»
Quante occasioni mancate per Siracusa in quest’ultimo decennio, riguardante la ‘cattiva’ gestione della Sovrintendenza di Siracusa diventata un «affaire» politico-clientelare. Un carrozzone inutile è dannoso per il territorio. Un covo di serpenti voluto ed alimentato da certa ‘politica affaristica’. Sarebbero tanti i progetti discutibili da analizzare su cui riflettere il comportamento strano osservato dal soprintendente pro-tempore di turno: la Tonnara con un processo che ha visto la condanna della soprintendenza ed anche la responsabile Panvini; la vicenda del Porto Turistico Marina di Siracusa, la società S.P.E.R.O. attende con fiducia la convocazione della Conferenza di Servizio; la ‘non chiara’ riqualificazione del Faro Murro di Porco; la strana demolizione del ponte dei calafatari; l’annosa vicenda dell’autorizzazione del Chiosco-mostro al castello Maniace che ha violato le norme vigenti e concessa la sanatoria (guarda caso la società catanese e soprintendente catanese messa a Siracusa dal governatore catanese) con la complicità dell’amministrazione Italia con la stessa sanatoria, gestione Italia-Granata; altro aspetto negativaoil trasferimento del Caravaggio e le esternazioni sgradevoli del soprintendente. Ci lascerebbe perplessi la questione del nascente Parco archeologico della Neapolis di prossima istituzione del Comitato Tecnico Scientifico che sarà composto dal presidente: 1) sovrintendente, 2) sindaco, 3 e 4) due componenti indicati della Regione ed un componente indicato dal Comune di cui si fa il nome insistente di Carlo Castello, nonché presidente dell’associazione Archeoclub, fondata da Granata che ha gestito in forma anomala l’Ipogeo di piazza Duomo. Un pasticcio.
Ma il vero bluff riguarda il Passeggio Talete il quale tutti vorrebbero la distruzione della bruttura e liberare la veduta del mare, incluso il Comune gestito dal sindaco Italia e da Granata, ma che in effetti hanno studiato una strategia di comunicazione, insomma una sceneggiata, cioè quella di dare un nuovo look al parcheggio con la «complicità» del soprintendente ad interim Aprile (catanese e «compiacente» di Musumeci) in quanto ricopre l’incarico in quel di Catania.
Ma udite… udite.. l’amministrazione Italia-Granata da un lato farebbe credere all’eliminazione dell’eco-mostro e dall’altro per conservare il proprio elettorato clientelare avrebbe approntato un progetto-Talete trasformato e adibito a chioschi fino ad arrivare a piazza Cesare Battisti. Roba da fare fessi tutti i Siracusani, alla faccia delle lamentele unanime e la superficialità che impera a Siracusa (dalle serie scunchiuruti). Mah…
Progetto-vergogna «Talete-chioschi» di Italia-Granata
Ci verrebbe da pensare una sorta di ‘associazione’ consorteria politica-compiacente tra Soprintendenza-Comune e Regione. Ciò nasce spontaneo dalle più volte esternazioni ‘fameliche’ del Granata di volere un soprintendente archeologo (amico) che dovrebbe uscire da una terna di nomi compiacenti e non, partecipanti al concorso avviato lo scorso gennaio e che ancora non è stato nominato (mistero) dalla Regione, per farsi autorizzare il progetto-vergogna «Talete-chioschi» Ma tant’è, andiamo con ordine.
Da oltre due mesi e mezzo la Soprintendenza di Siracusa è priva del suo titolare
Si sa che la dottoressa Aprile, che ha coperto l’incarico fino a dicembre, è stata trasferita alla direzione della Soprintendenza di Catania, eppure continua a reggere ancora, in veste di supplente, la Soprintendenza di Siracusa. Non si comprende quali siano le ragioni che facciano tardare questa nomina a Siracusa, ma radio Vermexio si fa sfuggire che gli va benissimo cosi, del resto la dottoressa Aprile non ha lesinato tutte le autorizzazioni che quelli del Comune si attendevano, per dirne solo alcune, quelle della tormentata sanatoria del bar Maniace e le altre dubbie edificazioni in Ortigia, nonchè bar, chioschi, biglietterie, all’interno dell’area archeologica, con la benedizione, piuttosto di bocca buona, del presidente dell’associazione guide turistiche Carlo Castello, che guarda caso, è anche il Presidente di Archeoclub Siracusa e in tale diversa carica ha dato il cambio proprio a Fabio Granata, che fu presidente fino al 2018. Per completare il quadro rileviamo che il tam tam non ufficiale delle burocrazie dirimpettaie di piazza Duomo conferma le motivazioni molto pratiche per cui la dottoressa Aprile si trattiene ancora – siamo arrivati al terzo mese – nella carica che ha dovuto lasciare per andare a ricoprire l’incarico a Catania.
Poi, negli ultimi giorni, era il 28 febbraio, è accaduto un fatto apparentemente normale e cioè che l’assessore Granata ha lanciato sui giornali un pubblico appello all’Assessore regionale ai Beni Culturali affinché nominasse alla Soprintendenza di Siracusa uno “di alto profilo” (ma allora quelli di prima non lo sono stati, per Granata?) e, nel definire la sua nozione di “alto profilo” di questa nomina, l’assessore comunale ne ha tracciato pure l’identikit, auspicando una soluzione interna al mondo della Soprintendenza e appellandosi ai prestigiosi esempi di illustri archeologi come Bernabò Brea e Giuseppe Voza, cioè in pratica, Granata vorrebbe un archeologo. Gli hanno fatto subito eco alcune associazioni e qualche altra voce singola, tutti parimenti auspicanti l’archeologo alla guida della Soprintendenza. Niente da dire sugli archeologi e sul loro pieno diritto di guidare le Soprintendenze, anche se dobbiamo ricordare che le Soprintendenze hanno competenze assai piú vaste e diverse degli scavi archeologici, anzi sono preposte a vigilare sui più disparati interessi pubblici, ad esempio, quello architettonico, quello artistico, quello ambientale e naturalistico, quello etnoantropologico, quello paesaggistico, interessi rispetto al quali, tante sono le professionalità idonee, fermo restando che la prima e piú importante prerogativa del Soprintendente, archeologo o meno, è quella di garantire il buon andamento della macchina amministrativa.
Quella scelta ‘di alto profilo’ «compiacente» voluta da Granata
Ma allora, perchè l’assessore Granata e i suoi seguaci si agitano per una scelta “di alto profilo” di tal fatta, quando non sappiamo di un uguale appello alla vigilia della nomina del penultimo Soprintendente, cioè proprio la dottoressa Aprile la quale, per inciso, è un architetto?
Insomma, l’assessore Granata e il sindaco Italia, chi vorrebbero come Soprintendente?
No, perché la preoccupazione dell’assessore Granata ci procura grave ansia, sconvolgendo tutte le nostre pacifiche verità alle quali abbiamo ciecamente creduto finora: pensavamo che tutti i soprintendenti fin qui succedutisi fossero delle personalità “di alto profilo”, scelte proprio per questa caratteristica! Allora, assessore Granata, potrebbe cortesemente indicarci se i precedenti Soprintendenti non archeologi si sono macchiati di qualche peccato o abbiano compiuto sì riprovevoli azioni contro i beni culturali di Siracusa, da essere considerati come categoria reietti e inaffidabili, quindi non adatti? E, al contrario, sarebbe cosi gentile invece da garantirci che invece i soprintendenti archeologi non abbiano compito atti contrari al ruolo istituzionale della tutela, e non certamente solamente quella del bene archeologico ma di tutti i beni, paesaggistici, ambientali, architettonici, etnoantropologici, ecc. ecc.? Perchè a questo punto, ci viene il dubbio sincero che l’assessore Granata abbia passato al setaccio, se cosi si puó dire, le candidature per la Soprintendenza di Siracusa, compiendone una prevalutazione, insomma una specie di favore fatto all’Assessore Regionale, che, poverino non conosce i soggetti, non essendo del luogo, e che immaginiamo non abbia richiesto una siffatta cortesia. In questo caso, ci renda edotti delle sue valutazioni, la città ha tutto il diritto di conoscere se qualcuno non idoneo aspiri ad una dirigenza di “alto profilo”. Oppure se proprio lui auspichi in realtà una nomina di “altro profilo” (si, con la erre).
La legge regionale sui parchi archeologici
Come stanno le cose? Guardando alla legge regionale sui parchi archeologici, cioè la legge n. 20/2000 la quale, guarda caso, porta il nome di Legge Granata, scopriamo all’art. 23 la disciplina dei Comitati tecnico-scientifici dei Parchi. Si tratta di organi che detengono il vero potere gestionale. In questi Comitati sono membri di diritto il Sindaco e il Soprintendente, che, anzi, ne è il presidente. Inoltre siedono altri componenti, nominati in parte dall’Assessore regionale e in parte dal Sindaco. Questi componenti possono essere scelti tra i docenti universitari, oppure tra i membri di associazioni culturali e ambientali di rilievo nazionale. Guarda guarda.. A questo punto cominciamo a capire qualcosa di più. Considerato che la Soprintendenza svolge compiti di tutela e quindi, se diretta come si deve, finisce per fare il cane da guardia del Comune in materia edilizia, urbanistica, ambientale, paesaggistica, etc, al Vermexio hanno pensato bene di provarci, almeno, a scegliersi il loro controllore. Senza dimenticare che con un Soprintendente “gradito”, a presidente del Parco Archeologico e con la nomina in tasca del componente del Comitato tecnico-scientifico, con un colpo solo, il Sindaco e l’Assessore Granata finirebbero per assumere il controllo di tutte le operazioni economiche (concessioni commerciali e permessi edilizi) e dei relativi progetti, sia nel territorio comunale, sia all’interno del Parco archeologico. Tra queste operazioni in gestazione c’è tutta la gigantesca operazione dello sfruttamento degli spazi del parcheggio Talete e dell’area di Riva Nazario Sauro, quella, per intenderci, della rampa al demolito ponte dei calafatari (demolito da chi e perché, richiederebbe un capitolo a parte, ma è comunque una storia strettamente collegata a quella che raccontiamo oggi). Con buona pace dei movimenti cittadini che continuano a chiedere la demolizione del Talete e l’apertura del lungomare alla fruizione pubblica della cittadinanza, invece Italia e Granata hanno altri progetti. Non solo spendono 60.000 euro di risorse pubbliche per affidare (direttamente e senza gara) a un associazione privata la “riqualificazione e la mitigazione architettonica attraverso un intervento di arte pubblica”, ma preparano una colata di concessioni a chioschi e gazebo sul tetto del Talete e su tutta l’area in questione. Sull’intervento di “arte pubblica” scelto da Italia e Granata per la “riqualificazione e la mitigazione architettonica” del Talete, ci è pure capitato di trovare un lungo ed entusiastico endorsement del signor Carlo Castello, si, il duplice presidente delle Guide turistiche e di Archeoclub di cui dicevamo sopra.
Si, considerato tutto questo, dati causa e pretesto, la pensiamo come l’assessore Granata: è davvero importante, almeno per siracusani che amano e rispettano il proprio Patrimonio, avere un Soprintendente di “alto profilo” e avere, sempre di “alto profilo”, anche un Comitato tecnico scientifico del Parco Archeologico…
Un sorriso,
Joe Bianca