
Il ponte dei Calafatari fu costruito verso la fine degli anni Sessanta da un’emergenza relativa al ponte Umbertino e poi rimasto in funzione, nonostante la poca funzionalità urbanistica assunse per oltre cinquant’anni per gli abitanti di Ortigia una via di fuga importante.
La sconsiderata demolizione nel dicembre 2014 del ponte dei Calafatari ha messo in crisi l’Umbertino. Soprattutto nei giorni festivi e prefestivi. Tutto il traffico in uscita da Ortigia infatti si riversa esclusivamente sul ponte Umbertino. Con almeno cinque conseguenze nefaste: perdita della via di uscita diretta da Ortigia; inquinamento atmosferico per eccessiva concentrazione di scarichi da automezzi; caos della circolazione veicolare; disagi per i pedoni; danneggiamento del ponte, che è la struttura storica di collegamento fra l’isola di Ortigia e la terraferma.
L’amministrazione comunale di Garozzo (centrosinistra) volle decidere la demolizione del ponte dei Calafatari con una celerità inconsueta quanto “silenziosa” e degna di miglior sorte. Motivazione: pericoli per la staticità del ponte.
Con un criterio del genere, nel duemila, si sarebbe dovuto demolire il ponte Umbertino. Che invece è stato risanato e consolidato. E da più di un secolo fa ancora il suo dovere.
Oltre tutto sulla questione della staticità i tecnici sono divisi. E i più ritengono che non ci fosse alcun rischio. Si sarebbe dovuto soltanto compiere un’opera di manutenzione e consolidamento. Ma tant’è. Il ponte dei Calafatari ormai non esiste più. Tuttavia, in un modo o nell’altro, va ricostruito, riqualificando l’area antistante in eterno degrado. Non se ne può assolutamente fare a meno. Sia per la sicurezza in caso di uscita urgente da Ortigia sia per garantire la fluidità dell’ordinario traffico veicolare in uscita dall’isola sia anche per la salvaguardia del ponte Umbertino.
Si osservava: «Il ponte dei Calafatari non sarebbe mai caduto per crollo immediato né sulla campata né sugli appoggi. La perfezione delle armature (ferri ancora senza ossidazione) dopo cinquanta anni e la consistenza perfetta del calcestruzzo realizzato con inerti di silicio e basaltici porta alla supposizione che non sarebbe mai crollato.
Per la cronaca a maggio del 2015 la Procura della Repubblica di Siracusa volle vederci chiaro sui motivi che avevano portato l’Amministrazione alla demolizione del ponte e gli uomini del Nictas si recarono a Palazzo Vermexio per acquisizione di atti e relazioni tecniche nell’ambito delle procedure che portarono alla demolizione del ponte dei Calafatari per via di una serie di esposti di privati cittadini. Ma alla fine l’inchiesta fu archiviata.
Insomma andrebbe ripensata tutta l’area del Porto Piccolo con un progetto per la riqualificazione urbana del nuovo «waterfront Porto Piccolo» inclusivo del nuovo ponte Calafatari collegato al viale Montedoro.
Un sorriso,
Joe Bianca