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Referendum, sono trascorsi oltre 60 giorni da quando i Siracusani si sono espressi per il SI con 25.362 preferenze pari al 76,140% ed i NO 7.948

La legge è in vigore, ma non era operativa in quanto dovvano trascorreranno 60 giorni dall’entrata in vigore: i tempi tecnici per il ridisegno dei collegi. Nel senso che se si andasse a votare domattina i cittadini sarebbero chiamati a eleggere 400 deputati dagli attuali 630 deputati e 200 senatori degli 315.
Adesso occorre la riforma della legge elettorale, che dovrebbe ora essere messa in cantiere in tempi (relativamente) rapidi. Il ridisegno dei collegi potrebbe avvenire dunque dopo il varo di una nuova legge elettorale, un passaggio molto importante in quanto da una buona legge elettorale dipende la rappresentanza dei cittadini, la selezione e la qualità della classe politica e la capacità di governo: e in questo caso il taglio dei parlamentari rimarrebbe, in qualche misura, «congelato».
Dopo il risultato del referendum diventa ancora più importante ed urgente modificare la modalità di scelta dei parlamentari. E’ dal 2004 che i partiti decidono di collocare a piacimento nei collegi sicuri i loro beniamini per circondarsi dei peones ubbidienti.
Riteniamo, se voi siete d’accordo, che gli elettori devono riavere il diritto di poter esprimere la loro preferenza, senza essere costretti a subire le imposizioni di poche persone dall’alto, i leader nazionali dei partiti, che danno da Roma le loro indicazioni per votare gente inutile per il territorio.
Quanti di voi conoscono i nomi di tutti gli attuali deputati e senatori espressi dalla nostra provincia?
È quindi molto importante, per recuperare il rapporto tra cittadini e politica, che siano al più presto reintrodotte le preferenze anche per le elezioni del parlamento nazionali.
Amici e Amiche cari, è chiaro che l’attuale parlamento non può votare il Presidente della Repubblica. La riforma prevede che ci siano 600 parlamentari, non gli attuali 945, un collegio di voti diverso.
Il numero dei deputati passa dagli attuali 630 a 400, quello dei senatori eletti da 315 a 200, inclusi i parlamentari eletti all’estero (8 deputati contro gli attuali 12 e 4 senatori contro gli attuali 6).
È importante ricordare anche che il taglio dei parlamentari non si riferisce all’attuale assetto di Camera e Senato: non ci sono, in altre parole, oltre 300 parlamentari che domattina perderanno il posto di lavoro. L’attuale parlamento resta pienamente legittimo, e la sua «formazione» non cambia. E né nell’attuale Parlamento, né nel prossimo, cambieranno le funzioni delle due Camere: il bicameralismo italiano resta, al netto di future e al momento imprevedibili riforme costituzionali, «perfetto».
Socrate disse: «Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo» nella pluralità e nella democrazia e non nell’oligarchia.

97 Story club – 22 settembre 2020

Un sorriso,
Joe Bianca