Skip to content Skip to footer

Siracusa e Turismo, amore amaro, incontrovertibile verità

Ogni esistenza di ognuno di noi è fatta anche di situazioni non volute intenzionalmente, né previste, ma che, una volta che si verificano e si accettano, ne diventano una parte necessaria e preziosa, siano esse apportatrici di soddisfazioni o di ansie o di dolore che la vita ci riserva… malattie o le persone care che ci vengono a mancare che ci lasciano una voragine incolmabile…

Amare il proprio destino, negativo e positivo, accettarlo, crediamo sia il più alto punto di arrivo di ogni saggezza; ma l’arrivarvi presuppone una piena libertà interiore.

Insomma nessuno tiene in pugno il proprio destino; siamo tutti in preda al vento che soffia più forte. Ma la foglia da soffio a soffio per rotolare infine fra la polvere. Il falco sceglie il suo vento per farsi portare più in alto.

Siracusa è preda del vento grecale per essere dominato dal vento di scirocco. I Siracusani, ma chi sono costoro? Chi sono questi Siracusani o, più probabilmente, Corinzi/Siracusani? Quelli qui giunti con Archia, ovvero loro discendenti che, in età successiva conservarono il controllo.

Corinzi o Siracusani, non è dato sapere; la storia ci indica come l’antico popolo corinto aveva uno spirito commerciale trasferito nel modus operandi all’antica Siracusa, la potente città della Magna Grecia. Ma chi sono adesso i Siracusani?

Nel secoli dominati da tanti popoli invasori: romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi; in età moderna spagnola, austriaca e borbonica. Per dirla tutta la Siracusa/Corinta greca si è degenerata.

Oggi i Siracusani non sanno amare, sono tornacontisti, con l’affetto calcolato e non sincero, non sono legati all’amor proprio della siracusanità (esclusa quella dei nostri Avi) non sanno difendere il loro amore, quello sociale, che è tutto quello che li circonda. Non riescono a tutelare i beni dei nostri Avi, che grazie ai quali, è stata raggiunta dall’aureola dorata all’interno dei Siti Unesco.

Inserita nella World Heritage List dell‘Unesco nel 2005, la città conserva in ogni angolo ricordi delle sue antiche vestigia, tra testimonianze classiche e splendori barocchi, in uno scenario di irresistibile bellezza.

Il sito Unesco contempla due luoghi separati: il centro storico di Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica, testimonianze dello sviluppo di antiche civiltà e della loro progressiva civilizzazione.

Grazie ad un‘invidiabile posizione geografica, Siracusa è stata sin dall’epoca greca snodo cruciale di scambi commerciali ed è testimonianza vivente degli usi e dei costumi delle popolazioni (e delle dominazioni), che si sono succedute nel Mediterraneo. Qui prevale le origini Corinzie del grande Archia.

Nei giorni scorsi si è tenuta nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio la «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica». Il tema dell’assemblea generale dei tre Siti Unesco.

Incontro tecnico che si è tenuto nei luoghi deputati all’interno del Progetto Legge finanziato dal MiBACT a valere sulla Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione Siciliana sui siti Unesco del Sud Est. «Avvio del piano di gestione con l’attuazione del Programma A – Conoscenza, conservazione e riqualificazione del patrimonio Barocco – e del Programma C – Valorizzazione culturale ed economica» dove sono previsti finanziamenti per la promozione dei luoghi.

Con nostro grande disappunto la delegazione è stata ricevuta da pochi adepti, cioè dall’assessore Granata e pochi altri, una decina di persone in tutto (ripresi nel servizio televisivo di Video 66).

Un incontro di grande rilevanza che va a rivedere la «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica» tenuta scarsamente in conto dalle maestranze locali, disertata dai soloni del turismo locale nonché dalla deputazione regionale e nazionale con l’assenza del sindaco pro tempore di Siracusa. Mancano le parole, noi accusiamo un disorientamento generale dinanzi alle parole conclamate sul turismo per poi ricevere desolatamente e maleducatamente la delegazione dei Siti Unesco.

Ecco vedete gente, è inutile piangere sul latte versato quando nell’ottica della «Revisione e l‘adeguamento Piano di Gestione Siracusa-Pantalica» non si sia redatto un piano di richieste di finanziamento e invece il nostro territorio non partecipa per lo sviluppo deputato e votato al turismo al tanto declamato turismo. E’ questa la politica che sorregge le sorti del nostro territorio, ma badate che questa politica è stata votata dai Siracusani e allora è vietato lamentarsi perché si è suicida. E’ la morte del territorio e della sua piccola gente.

Un sorriso,
Joe Bianca