«Sissignóre», che non è il film con Ugo Tognazzi, ma il Referendum Costituzionale dove il movimento «Azione» di Carlo Calenda (il cui discepolo locale è il sindaco di Siracusa, Francesco Italia) e Matteo Renzi di «Italia Viva» (i cui discepoli locali sono: l’ex sindaco Giancarlo Garozzo e quel tale deputato regionale Giovanni Cafeo), in pratica sono risultati essere caduti vittime di un clamoroso flop: loro che si erano convinti di contare qualcosa.
Occorre sapere per la cronaca, i fatti politici che interessano anche il nostro territorio; tra tutti i dati certi che stanno emergendo da queste sorprendenti elezioni, accanto alla disfatta personale di Salvini, che dove si presenta, perde (e pure male), c’è un altro elemento da considerare: i candidati sostenuti dai due Renzi e Calenda, come Ivan Scalfarotto in Puglia, prendono poco più del 2%, un risultato pessimo che dovrebbe avere, come conseguenza, un serio ridimensionamento di quanto contano effettivamente i leader di «Italia Viva» e «Azione» nella vita politica di questo Paese.
«Italia Viva» si è fermata al 4,5 nel suo regno incontrastato della Toscana dove annoverava oltre il 20. Per una congiuntura politica che solo in Italia poteva verificarsi, Matteo Renzi è leader di un partito che pur prendendo risultati miserrimi alle elezioni, ha un peso anche considerevole in Parlamento, cosa che adesso, con la vittoria del Sì al Referendum, potrebbe cambiare.
Renzi, così come Calenda, potrebbero essere retrocessi al posto che gli spetta, ossia nella pletora di partitini che formano la sterminata galassia politica italiana.
Nel M5S è il momento del tutti contro tutti. La batosta rimediata dal Movimento alle ultime regionali è la miccia che fa divampare la fiamma delle tensioni interne.
Per le regionali i pentastellati sono rimasti fuori dalla partita: il centrosinistra ha confermato tre regioni (Toscana, Campania e Puglia), il centrodestra ne ha confermato due (Veneto e Liguria) e conquista per la prima volta le Marche, sempre governate dal centrosinistra da quando esiste il sistema dell’elezione diretta del Presidente.
Insomma, noi cittadini non dovremmo temere i governanti, sono i governanti che dovranno temere noi.
Un sorriso,
Joe Bianca