
Avevo deciso di prendere un anno sabatico di non scrivere editoriali, alla luce della recente esperienza delle amministrative, cui i siracusani, chiedo scusa se evidenzio questo, non hanno capito, al solito, un bel nulla, ‘approssimativi’ a volte come sono, della città in cui si è ridotta, frastornati dal chiacchiericcio e pettegolezzo politico, ammantati di chi doveva aggiudicarsi lo scranno più alto della città al centro destra, dell’uomo dei potentati o dei movimenti ‘Vattelappesca’; senza alcun modo dare un vero valore specifico, ahinoi, alle persone valide e pulite che si erano spese mettendoci la faccia (irripetibile), per poi i siracusani pentirsene, come dimostratosi. E’ un classico.
Rotto gli indugi, eccoci qui per scrivere, sollecitato da amici influenti, di profonda cultura, nel dire che forse ai siracusani piacciono le persone poco trasparenti, imbroglioni che gli promettono ciò che non potranno mai mantenere. Ecco, ai siracusani alla corte, piacciono i giullari, senza offesa per nessuno, ed hanno votato, come dicono in tanti, il meno peggio. Sarà? Ci asteniamo dal giudizio.
Il tempo scorre inesorabile e non torna mai indietro. Anche la pandemia globale che abbiamo vissuto ci ha aiutato a capire quanto il tempo sia prezioso e la città importante. Scriveva Seneca: «C’è un tempo per capire, un tempo per scegliere, un altro per decidere. C’è un tempo che abbiamo vissuto, l’altro che abbiamo perso e un tempo che ci attende…».
Ma ai Siracusani quale tempo l’attende? Non è dato sapersi, dipende dall’umore del padrone di casa del Vermexio. Agli insofferenti delle decisioni degli sciocchi, sentirsi, ancora una volta disturbati e sopraffatti, nelle determinazioni sconsiderate della viabilità urbana, constatare come la città subisca in maniera imperterrita lo sconvolgimento di un aspetto fondamentale della vivibilità quotidiana ad opera di un’Amministrazione comunale che, sul tema delle piste ciclabili e viabilità tutta, ha deciso da tempo di procedere come il popolo di Attila.
Compulsati dai cittadini siracusani consapevoli, abbiamo ripreso gli editoriali-denuncia e prendiamo a prestito una foto con relativa nota: «Caro Direttore, tiro in ballo la sua riconosciuta onestà intellettuale e mi permetto di chiederle cosa ne pensa di ciò che si vede in questa foto. Si tratta di via Malta (ultima versione) a Siracusa. Grazie e un caro saluto».
Una nota dal sapone amaro per tutti noi, che ci è pervenuta da cittadini inviperiti e disgustati da una amministrazione disamministrata reduce da una campagna elettorale alla lavanda, dalle promesse facili al popolo siracusano credulone, con politici il cui spessore è in discussione, con l’appoggio di un vicesindaco foriero di iniziative interplanetarie che, quando dice qualcuno «il servilismo di Edy Bandiera verso Italia (‘presunto socio’ della Bussetti – Aditus Srl, la società che gestisce il grande affare dello sbigliettamento del sito monumentale a Siracusa) non è costruttivo per Siracusa»… per Bandiera: ahiahi!
Via Malta la strada maestra di un tempo, la meravigliosa via Malta che un tempo ci portava nel cuore di Ortigia, di tutti Siracusani; prim’ancora dell’accordo-storia con l’Ast, in fallimento, la quale Amministrazione del sindaco Italia, avrebbe fatto confluire per tre mesi estivi, nelle casse palermitane per il primo anno 15.000 euro, sopprimendo i pulmini elettrici ed istituendo massacrando via Malta con una linea di mezzadria gialla, disegnata sull’asfalto, per gli orrendi mastodontici e maleodoranti bus Ast procurando ulteriore traffico e inquinamento. Operazione ottusa ripetuta per il secondo anno consecutivo con l’aumento di oltre 17.000 euro e i pulmini elettrici a marcire all’interno del mercato ittico, inservibili. Denaro pubblico sprecato e personale disoccupato.
Contestualmente si è provveduto alla demarcazione disegnata sull’asfalto della pista ciclopedonale all’interno della linea mezzadria gialla dove è previsto solo il passaggio di corsia preferenziale dei bus e per chi è residente in Ortigia. La soluzione che prevede il collegamento con Ortigia si ritiene inopportuna in quanto, pur delimitando adeguatamente la ciclabile presenta una pericolosità stradale non indifferente (i cittadini si chiedono se esiste un piano di fattibilità stradale con l’aiuto delle istituzioni come la Polizia stradale?). Ma forse tutto è lasciato come al solito all’improvvisazione, scaricando responsabilità agli incolpevoli dirigenti e dipendenti comunali.
Si persiste sull’orrore dunque, dopo le vie Von Platen e Teocrito, ristrette da blocchetti di cemento dalla larghezza di oltre 20 centimetri (a momenti una mini ciclabile), a delimitare l’ennesima, inopportuna pista ciclabile, con relativa eliminazione degli stalli per la sosta di auto, con la disperazione per le tante attività commerciali lì presenti è facile immaginare.
Ad un tratto nella fantasia ‘famigerata’ di chi decide nella stanza dei bottoni arriva l’ennesima beffa-batosta per i poveri siracusani flagellati da piste ciclabili inopportune di ciclisti fantasma.
L’ennesima pista ciclabile con relativi cordoli i siracusani se la sono visti apparire repentinamente di notte in via Malta a sostituire la linea di mezzadria gialla, ossia flagellando la strada per metà. E giù i primi incidenti stradali come in via Algeri che avrebbero causato danni a motociclisti, a causa dei cordoli in mezzo la strada. Così cadute di centauri in via Malta e cadute anche in via Algeri, fratture, forti contusioni e ricorsi a vie giudiziarie. Ma udite, udite, nel progetto di isola pedonale rientrerebbe anche via Malta, ecco l’inusuale pericoloso cordolo posizionato in mezzo alla carreggiata. Altrimenti non si capirebbe la genialata dell’Amministrazione di cui i Siracusani l’anno votata per altri 5 anni.
Cosa ancora dovranno aspettarsi i Siracusani?
Come scriveva un nostro caro amico: «Uno sconvolgimento totale della circolazione che peggiorerà ulteriormente la qualità della vita, aumenterà l’inquinamento da gas di scarico e metterà a dura prova, ancora una volta, la tenuta nervosa degli automobilisti. Una viabilità stravolta dalla voglia malsana di chi, con protervia ed in modo coercitivo, vorrebbe imporre l’uso della bicicletta ad ogni cittadino, a prescindere dall’età, dalle stagioni, dalle rispettive esigenze e dalla libertà, sacra, di scegliere il mezzo di locomozione preferito, senza che sia il dittatore dello “Stato di Bananas” ad imporlo».
In attesa dell’insediamento del nuovo consiglio comunale, autorità democratica giuridica cittadina. Ma molti cittadini dubitano questa eventuale decisione che potrebbe sembrare politicamente sterile in quanto il sindaco Italia memore a non confrontarsi da oltre 4 anni con un consiglio comunale, smarrito il confronto continuerebbe a decidere da solo, ciò che vuole, a colpi di delibere di giunta, dove detiene la maggioranza, con il vice sindaco forse compiacente, quindi lontano dal giudizio del Consiglio. Basta con manipolatori influencer sui cittadini.
Un sorriso,
Joe Bianca